Una partita di calcio fra ragazzi non può finire così!

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Un ragazzo dell’Ellera Calcio è stato picchiato selvaggiamente a margine della partita giocata fuori casa contro la Passignanese sabato 21 dicembre. Siamo in categoria Juniorese dove si confrontano sul campo di calcio ragazzi fra i 17 e i 19 anni. Di sicuro i ragazzi sul campo si sfidano aspramente. Ma, mentre i giovani calciatori giocano sull’erba, sugli spalti va in scena tutta un’altra partita: quella fra i genitori delle tifoserie avverse. Si tratta del solito spettacolo desolante dove adulti grandi e vaccinati se la prendono con i giovani avversari dei rispettivi figli intromettendosi nelle decisioni dell’arbitro e molto spesso affidandosi ad una sorta di giustizia privata. È quello che, pare, sia successo nella partita giocata a Passignano sabato scorso. Un brutto episodio dal quale le due società sportive, il Passignano e l’Ellera, hanno preso le debite distanze.

Un padre avrebbe prima aggredito un’altro padre per poi prendersela con uno dei giocatori dell’Ellera calcio. Il ragazzo avrebbe ricevuto più di un pugno in varie parti del corpo, come testimoniano le foto che vi mostriamo in esclusiva e che ci ha fatto pervenire il padre che in una lunga lettera cerca di ricostruire l’episodio. Noi la riportiamo di seguito omettendo riferimenti a persone e ricordando che si tratta del suo punto di vista ben consapevoli che, al di là di qualsiasi opinione, una partita di pallone non può concludersi con un ragazzo preso a botte da un genitore di un suo avversario.

“Quando si diceva che un genitore è fortunato se suo figlio pratica uno sport, perché frequenta ambienti sani………..BEI TEMPI!!!! Dopo aver letto alcuni articoli usciti nei principali giornali locali, ed inerenti l’aggressione del ragazzo dopo la partita Passignanese Ellera, ho deciso come padre, di rispondere alle dichiarazioni rilasciate da colui che si fa chiamare vittima. Partiamo dall’inizio, durante il secondo tempo vi sono stati due episodi e dico due che hanno visto come protagonista un ragazzo dell’Ellera, il numero [omissis], che ha battibeccato con il guardialinee della Passignanese. Episodi che si sono svolti proprio davanti alla tribuna degli spettatori, dove erano presenti, anche i genitori del ragazzo che sono prontamente intervenuti riprendendolo verbalmente, come era giusto che fosse e come gli unici a poterlo fare, e poi in campo ricordo che c’era un arbitro e che se la condotta del ragazzo fosse stata così tanto scorretta lo avrebbe espulso”.

“Alla fine della partita, io mi sono attardato per uscire dato che accompagno mio padre 88 enne che va a vedere suo nipote tutti i sabati e grande appassionato di calcio. Ho notato che il padre del ragazzo con il numero [omissis] era sceso nella parte opposta a dove ci trovavamo ed era andato a parlare con il figlio nei pressi della rete di recinzione del campo. A questo punto, vedevo un’altra persona che gesticolando ed inveendo si portava verso l’uomo ed il figlio. La persona in questione, tentava di colpire con due pugni, il padre del ragazzo, i due finivano per rotolarsi sugli scalini che portano al parterre del campo. Con l’aiuto di altri genitori li abbiamo divisi quando i due erano ancora stesi nei gradini, rialzati e tenuti dai vari presenti. E’ a questo punto che alzando lo sguardo ho notato due ragazzi che cercavano di scavalcare la recinzione del campo, di cui uno era mio figlio. Scavalcata la rete mio figlio ha trovato subito me, pronto a redarguirlo, e gli ho detto le testuali parole “che cavolo hai scavalcato a fare……… torna subito in campo…….” mio figlio mi rispondeva che era preoccupato per me e per suo nonno, ed io gli ho risposto di stare tranquillo, e che la persona aggredita era il papà del numero [omissis]”.

“Premetto che il punto in cui ho fermato mio figlio si trovava ad almeno 4/5 metri da dove era avvenuto il parapiglia e quindi a debita distanza dal Sig. [omissis] che si trovava già in piedi. Da persona responsabile ho preso sia mio figlio sia l’altro ragazzo che aveva scavalcato e li ho invitati e ritornare nel campo, abbiamo cercato un punto sicuro per farli rientrare, ma la rete interna al campo era ormai gremita di persone e di ragazzi che l’avevano ritorta all’esterno del campo, rendendo pericolosa l’operazione di rientro. A questo punto ho detto ai due ragazzi di starmi vicino che li avrei fatti rientrare negli spogliatoi dall’ingresso posto fuori, sotto la tribuna, e ci siamo incamminati tranquilli costeggiando la rete di recinzione. Nel frattempo dietro a noi,gli animi erano ancora caldi. Percorsi alcuni metri, circa dieci, abbiamo sentito urlare da dietro(alcuni urlavano la parola NOOOOO) e siamo stati travolti…….., il Sig. [omissis] colpiva con quattro cazzotti mio figlio, l’aggressore veniva tenuto a stento da altri genitori probabilmente gli stessi del Passignano, dopodiché nel tentativo di divincolarsi ha perso l’equilibrio ed è andato a cadere battendo la testa sotto i gradoni della tribuna, subito rialzatosi ho notato che aveva un taglio in testa. Notavo immediatamente che mio figlio sanguinava copiosamente dal naso, lo prendevo e lo portavo di corsa negli spogliatoi insieme all’altro ragazzo per loro salvaguardia e per evitare altre ripercussioni. Mentre chiamavo i Carabinieri, mi recavo nei pressi dell’ingresso del campo per individuare l’aggressore ed invitarlo ad aspettarne l’arrivo delle Forze dell’ordine per l’identificazione, ma di lui non vi era già più traccia!!! Questa è ciò che ho vissuto supportato da numerosi testimoni.
Su quanto è stato riportato nei vari articoli di giornali, vorrei evidenziare alcune incongruenze……

“Punto primo credo che l’educazione dei ragazzi spetti esclusivamente ai genitori e non a terze persone…….(e parliamo di un battibecco in campo e niente più) Gli spettatori dell’Ellera erano al massimo una decina tra cui diverse mamme, gli spettatori del Passignano erano almeno una cinquantina, per cui appare inverosimile che poche persone l’abbiano continuamente e ripetutamente picchiata oltretutto quando era in terra.
Mio figlio è stato aggredito in maniera vile e sottolineo vile alle spalle senza possibilità neanche di potersi difendere, o di parare qualche colpo, a riprova di ciò, oltre alle testimonianze acquisite che dicono che lei quasi di corsa lo raggiungeva, c’è la foto del pugno ricevuto all’altezza della scapola destra, quindi dietro!!!! Ha sferrato quattro cazzotti ad un ragazzo di 19 anni alle spalle e per fortuna che qualcuno l’ha fermata altrimenti avrebbe verosimilmente continuato.
L’aggressione è avvenuta prima di un eventuale trauma cranico e non dopo!!!”.

“Invece di rilasciare interviste in cui si fa chiamare “vittima” ed in cui parla che forse sbracciando (per caso ha braccia di 10 metri?) ha colpito accidentalmente il ragazzo, avrebbe fatto meglio ad alzare il telefono ed a chiamarci per sapere come stava, e scusarsi per l’accaduto, cosa che non è mai avvenuta ne da parte sua tanto meno da parte della società Passignanese.
Mi domando poi come mai, visto che è la vittima, non abbia chiamato i Carabinieri, ma se ne sia andato immediatamente dallo stadio lasciando perdere le sue traccie, anche mio figlio sanguinava copiosamente dal naso, ma abbiamo atteso comunque l’arrivo delle forze dell’ordine. Inoltre sembrerebbe, secondo quanto asserito dai suoi compaesani e da alcuni tesserati, che la sua indole irascibile sia già stata notata in altre occasioni”.

Un papà indignato.