In questo momento di emergenza ogni piccolo gesto può fare la differenza. Lo sa bene Catia Imbroglini, sarta di Città della Pieve, che sta sfruttando le proprie capacità per aiutare gli altri: dal 1° aprile, infatti, si è messa a produrre mascherine da donare alla gente. Catia ha un piccolissimo laboratorio, grande appena 2,60 metri per 1,60, in cui svolge lavori di riparazione sartoriale. Un gioiellino che sfrutta al meglio: nel corso degli anni ha svolto corsi di cucito gratuiti e si è sempre messa a disposizione per modificare e sistemare i costumi d’epoca che vengono indossati durante la sfilata che precede il Palio dei Terzieri di Città della Pieve.
Catia ha degli amici che vivono a Bergamo, una delle città italiane flagellate dall’epidemia di coronavirus con oltre diecimila contagiati e più di 2500 vittime. Dai loro racconti ha percepito tutto il dolore della città: gli ospedali al collasso, le ambulanze, i camion dell’esercito. Un vero shock, che l’ha spronata però a reagire. Catia si è messa d’impegno e ha iniziato a produrre mascherine in puro cotone, riutilizzabili dopo essere state sterilizzate in acqua bollente e lavate con il sapone. Poi ha pubblicato un post su Facebook in cui annunciava che le avrebbe regalate a chi ne avesse avuto bisogno.
E da quel momento è arrivata una pioggia di richieste, tra le quali spicca quella dei carabinieri di Città della Pieve, che hanno ricevuto in dono venti mascherine. Si è sparsa la voce e Catia non ha più smesso di produrle, tanto da aver bisogno di aiuto. Il sostegno è arrivato dalla Protezione Civile, che si è offerta di darle una mano con le stoffe e gli elastici ricevuti in regalo da diverse città dell’Umbria – da Castiglion del Lago a Perugia – e da Firenze.
Le mascherine sono dotate di una piccola fodera interna nella quale è possibile inserire una garza o un fazzolettino per aumentarne il livello di protezione. La voce si sta spargendo e le richieste stanno arrivando anche da fuori regione: Catia continuerà a produrle e a spedirle (con costi di spedizione a carico del destinatario), senza chiedere nulla in cambio. Questa sì che è vera solidarietà.
Per poter fare richiesta è possibile contattarla sul suo profilo Facebook.