All’Oasi la Valle di San Savino sono tornate le cannaiole. Un esemplare di Acrocephalus scirpaceus, inanellato nell’estate del 2018, è appena giunto dall’Africa Subsahariana, dopo aver affrontato un viaggio di ben quattromila chilometri. Per loro l’ingresso all’area naturalistica non è interdetto e ben volentieri sembrano voler far ritorno a casa. Per tutti gli altri, personale, studenti, semplici turisti, non è la stessa cosa.
È dal 22 febbraio che i cancelli de La Valle sono sbarrati, e per una realtà già molto traballante, da tempo in cerca di rimettersi in carreggiata, questa data sembra quasi segnare un punto di non ritorno.
Fino ad allora l’Oasi, secondo quanto riferisce la responsabile Maddalena Chiappini, aveva ospitato 700 studenti e guardava all’anno appena iniziato con un cauto ottimismo. Erano in piedi accordi con diverse agenzie di viaggio e le prospettive turistiche per il Trasimeno sembravano promettere bene.
Poi, quasi all’improvviso, tutto si è fermato “e da allora l’unica certezza – è lo sfogo di Chiappini – è che le scuole non potranno farci visita e anche per i turisti i problemi non saranno di poco conto”. E allora cosa fare? “In quattro anni – prosegue Chiappini – questo per noi è il secondo drammatico stop: prima la chiusura della passerella, poi appunto la pandemia che ci sta procurando un danno economico incalcolabile. Nel frattempo la struttura che abbiamo in gestione si invecchia e senza un referente istituzionale i costi per eventuali interventi ricadrebbero sulle nostre spalle”.
“Siamo molto indecisi sul da farsi – rivela -. Faremo un ultimo tentativo, parziale e di breve durata. Proveremo a riaprire le porte, ma solo il sabato e la domenica. Probabilmente questo avverrà da sabato 23 maggio a domenica 28 giugno, per la durata di un mese. Al termine di questa breve parentesi tireremo le somme e prenderemo le nostre decisioni”.
“L’oasi La Valle – commenta l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Magione, Vanni Ruggeri – costituisce da sempre la porta d’accesso al parco naturale del Lago Trasimeno, e come tale ha saputo rapidamente accreditarsi come risorsa imprescindibile per attività che spaziano dal turismo sostenibile, alla ricerca scientifica, all’educazione ambientale. Essa è al centro degli itinerari culturali dell’intero territorio lacustre, oltre a costituire un attrattore strategico su scala regionale, ma oggi più che mai ha urgente necessità di una normalizzazione della situazione gestionale che sconta da troppo tempo gli effetti di un’empasse istituzionale tra Regione e Provincia e per sciogliere la quale il Comune di Magione si è già proposto come parte attiva, al fine di addivenire ad una presa in carico d’uso delle varie pertinenze patrimoniali e demaniali in capo all’Unione dei Comuni dei Trasimeno. È inoltre essenziale, proprio in questa fase, assicurare il più ampio impegno possibile nel perseguire ogni azione volta a far convergere progettualità e risorse per dare risposta all’annosa questione della chiusura della passerella, simbolo non solo dell’Oasi, ma icona di tutto il Trasimeno: riattivare la passerella potrebbe rappresentare sicuramente una delle risposte più efficaci per il superamento della difficile situazione imposta al comparto turistico lacustre dall’emergenza in atto”.