Gruppi folkloristici, Federazione, Università, Ministero e Istituzioni locali si compattano “per salvaguardare il patrimonio culturale legato alle tradizioni popolari e dare maggiore visibilità alle associazioni che si prodigano in questo campo”. Dal convegno “Il patrimonio culturale dei gruppi folkloristici: tradizione e innovazione” che si è svolto nei giorni scorsi a Castiglione del Lago, in sostituzione della Rassegna Internazionale del Folklore (che causa pandemia è stata rinviata al 2021), è scaturito una sorta di patto tra enti e soggetti diversi.
A promuovere l’incontro il locale Gruppo “Agilla e Trasimeno” che con la collaborazione del Comune di Castiglione del Lago, ha voluto creare un’occasione di confronto e discussione sul ruolo delle associazioni folkloristiche, tra riproposizione di riti tradizionali e occasioni di incontri tra popoli.
Auspicando un rapido ritorno dei gruppi alla propria attività, attualmente totalmente sospese, nel corso del convegno è stata sottolineata l’importanza degli stessi nello svolgere una funzione sociale e culturale sul proprio territorio. Ma ciò che manca per dare sostegno e prospettive future è una normativa regionale ad hoc, di tutela e valorizzazione della cultura folkloristica tradizionale. Un passaggio considerato “vitale”, per poter “tutelare, salvaguardare, promuovere e valorizzare il patrimonio culturale, folklorico e linguistico della nostra regione”.
E’ stato lo stesso sindaco castiglionese, Matteo Burico, a rimarcare la necessità di avere una normativa regionale specifica.
Il presidente del Gruppo Folkloristico Agilla e Trasimeno Giancarlo Carini ha espresso il desiderio e la volontà di fare il possibile per tornare a danzare, cantare e incontrarsi ancora.
Mario Agnocchetti presidente onorario dalla F.A.F.I.T (Federazione Associazioni Folkloriche Italiane) ha ribadito l’importanza e la funzione sociale dei gruppi folkloristici, mentre Giuseppe Gala (Associazione Taranta), tra i massimi esperti che etnocoreutica, ha ricordato la sua esperienza nel territorio umbro negli anni ’90 che ha permesso di conservare le tradizioni popolari umbre.
Cinzia Marchesini del M.I.B.A.C. (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) ha spiegato come alcuni eventi possano essere finanziati attraverso il Fondo per le Rievocazioni Storiche messo a disposizione dallo stesso Ministero, mentre l’etnomusicologo Giancarlo Palombini ha ricordato il lavoro svolto negli anni ’90 con il patrocinio della Regione Umbria. Attraverso le sue ricerche sono stati salvati canti, musiche e suoni della tradizione umbra. A chiudere il convegno è stato l’antropologo Daniele Parbuono (Università degli studi di Perugia) che ha parlato del valore del gruppo come “capitale sociale” e della necessità di unire le forze per far sentire la propria voce in una fase in cui il filone del folklore rischia di essere marginalizzato.
Intanto, “Agilla e Trasimeno” ha lanciato una raccolta fondi “allo scopo di avere un sostegno economico per far fronte alla situazione di emergenza, con la speranza di programmare un futuro che dia continuità a questa meravigliosa esperienza, dalla quale molti giovani trovano coinvolgimento e senso di appartenenza”. Per info:
https://www.produzionidalbasso.com/project/raccolta-fondi-agilla-e-trasimeno-2020/.