Cultura e salute mentale, con TrasiMemo Paciano “paese delle diversità”

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Paciano, con TrasiMemo, “paese delle diversità”. Sembra essere sempre più concreto questo che, solo qualche anno fa, per gli ideatori della Banca della memoria del Trasimeno appariva piuttosto come un “sogno da inseguire”. TrasiMemo, nato come progetto di “attivazione” delle memorie, di riconoscimento e di tutela dei patrimoni culturali di comunità”, sta diventando sempre più luogo dove “differenti energie locali” trovano spazio ed espressione.

E cresce l’interesse anche accademico intorno a questa esperienza. Per tale motivo, nei giorni scorsi, Paciano ha ospitato una lezione dell’insegnamento di “Patrimoni culturali immateriali” del Corso di laurea in “Beni culturali”. A tenerla il Prof. Daniele Parbuono, delegato al coordinamento staff e relazioni del Rettore e direttore della Scuola in beni demoetnoantropologici dell’Università di Perugia. Erano presenti anche i docenti universitari Gabriele Cruciani, delegato alla Terza Missione e Roberto Rettori, delegato all’Orientamento, tutorato e divulgazione scientifica dell’Ateneo perugino.
Parbuono, membro del gruppo di lavoro che ha dato vita alla stessa “TrasiMemo”, ha spiegato agli studenti come fin dagli inizi si sia puntato ad un coinvolgimento di protagonismi diversi per età, provenienza, genere, professionalità, visioni del mondo. “Da questa indistinta diversità di personalità, abbiamo cominciato a riflettere sulla relazione tra disabilità e diversità, su quanto il concetto di patrimonio potesse essere democratico e democratizzabile. E abbiamo iniziato a immaginare Paciano, grazie appunto alla presenza di TrasiMemo, come al ‘paese delle diversità’, che funzionano insieme nei loro differenti obiettivi”.

E così, come ricostruito dal prof. Parbuono, si è giunti nel 2015 alla nascita di una prima forma di cooperazione strutturata tra “TrasiMemo”, il Centro di Salute Mentale del Trasimeno, la Cooperativa sociale Frontiera Lavoro ed i pazienti dello stesso Csm. “Questa particolare esperienza – ha riferito agli studenti l’antropologa culturale del Mibact, nonchè assessore alla Cultura del Comune di Paciano Cinzia Marchesini – ha aumentato l’attenzione pubblica rispetto al nesso tra i concetti di patrimonio culturale e di salute mentale e sulla possibile desanitarizzazione dei pazienti psichiatrici. L’attività svolta in questi ultimi anni ha creato una nuova forma di socializzazione, attraverso azioni di democratizzazione all’accesso di una serie di saperi. Dal tessile, primo banco di prova, si è passati alla ceramica, al vetro, alla pesca, fino ai saperi botanici e naturalistici, divenuti parte di un processo terapeutico che ha promosso l’autonomia personale anche sul piano relazionale”.

Un progetto, realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, che, come in più occasioni ribadito anche dal direttore del Centro di salute mentale, Gianfranco Salierno ha puntato a restituire al suo normale ambiente di vita e senza stigma il soggetto che ha incontrato nel suo cammino problemi psichiatrici.
Gli studenti che sono stati ospiti di TrasiMemo, dopo una prima parte teorica, hanno avuto la possibilità di assistere dal vivo a questi laboratori gestiti direttamente dagli operatori di Frontiera Lavoro, incontrando e confrontandosi con gli stessi partecipanti e potendo così ricevere da loro una testimonianza sulla efficacia terapeutica del progetto.
La lezione dei giorni scorsi si è svolta nel pieno rispetto delle norme anticontagio.