Umbria sempre più “anziana”, sindacati pensionati: trasformare il welfare per combattere lo spopolamento

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In Umbria gli over 70 sono quasi 173mila, in pratica l’intera popolazione di Perugia. La nostra è la terza regione in Italia per età media più alta (ben oltre i 47 anni) e la tendenza all’invecchiamento è in aumento, in particolare per i cosiddetti “grandi anziani”, over 80 e over 90, che sono anche le fasce d’età più presenti nelle case di riposo, con una netta prevalenza delle donne. L’Umbria è insomma una regione sempre più anziana, ma questo non deve necessariamente essere letto come un fatto negativo.

“Le persone anziane vanno considerate come una grande risorsa e sostenerne la salute e il benessere può essere un motore di sviluppo e un freno allo spopolamento che sta colpendo in maniera sempre più preoccupante la nostra regione”, hanno affermato stamattina nel corso della conferenza stampa di fine anno i sindacati dei pensionati dell’Umbria, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, organizzazioni che insieme contano circa 130mila iscritti nella nostra regione.
“Il primo pensiero – hanno detto i tre segretari, Maria Rita Paggio (Spi Cgil), Giorgio Menghini (Fnp Cisl) e Francesco Ciurnella (Uilp Uil) – va alle vittime del coronavirus, oltre 600 in Umbria, nella quasi totalità persone anziane, un pezzo di una generazione fondamentale che lascia un vuoto enorme”.

E proprio a difesa degli anziani si è diretta tutta l’azione del sindacato pensionati nel corso del 2020: “Il nostro lavoro si è concentrato in particolare sul contrasto alla condizione di solitudine – hanno spiegato Paggio, Menghini e CIurnella – fortemente accentuata dalla pandemia (si pensi che una famiglia umbra su 5 è formata da anziani soli). E insieme alle nostre strutture di volontariato affiliate (Auser, Anteas e Ada) abbiamo attivato una serie di servizi (compagnia telefonica, consegna farmaci e spesa, etc) per cercare di alleviare il disagio”.

Accanto a questo si è sviluppato il confronto con Regione e Comuni, il cui bilancio è però negativo secondo i sindacati: “Il confronto è stato saltuario e deludente, vista anche l’emergenza del covid-19 – hanno rimarcato Paggio, Menghini e Ciurnella – e sulla non autosufficienza abbiamo persino dovuto fare ricorso alla mobilitazione per ottenere il ripristino del fondo regionale che era stato tagliato. Per questo diciamo che il 2021 deve essere segnato da forte discontinuità. Le risorse ci sono, noi chiediamo, a nome delle decine di migliaia di persone anziane che rappresentiamo, di confrontarci su un nuovo modello di welfare che, con la crescita della speranza di vita, offra alle persone anziane risposte differenziate in relazione alla loro condizione di salute”.

Il dato che preoccupa di più Spi, Fnp e Uilp è infatti che a fronte di un tasso di invecchiamento tra i più alti del Paese, l’aspettativa di vita in buona salute per gli over 65 sia molto bassa. Per quanto riguarda poi le residenze protette, i sindacati dei pensionati e delle pensionate chiedono di rivedere il sistema di accreditamento e controllo, per scongiurare l’ipotesi di nuove strutture con centinaia di ospiti, (“abbiamo visto la loro inadeguatezza in altre regioni d’Italia”, hanno sottolineato i tre segretari). Al contrario, l’idea dei sindacati è quella di una sanità e di un welfare pubblico, fortemente legato al territorio e rafforzato, ora che le risorse ci sono, a partire dal personale.
“Su questo si concentrerà da subito la nostra azione nel 2021 – hanno concluso Spi, Fnp e Uilp – auspicando la costruzione di un verso tavolo sugli anziani e le anziane, una parte così consistente e importante della nostra regione che non può essere dimenticata”.

La conferenza stampa si è conclusa con l’augurio di un 2021 di ripartenza e riscatto e un invito finale da parte dei tre sindacati a tutti gli iscritti: “Vacciniamoci tutti, è molto importante. Noi verificheremo che il vaccino anti-covid sia garantito a tutte e tutti nel più breve tempo possibile”.