Scomparsa per Covid la figlia di Quartilio Fagioli uno dei Caduti di Montebuono

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Per Francesca Maria Fagioli, deceduta a causa del Covid in prossimità del suo compleanno, avrebbe compiuto 83 anni il prossimo 25 marzo, le commemorazioni dei Caduti di Montebuono erano un appuntamento irrinunciabile con il padre, Quartilio Fagioli. Con quel padre che i nazisti le avevano ucciso quando era poco più di una bambina, lasciandola sola con la giovane madre Marina Chiorri, nella tragica strage che si compì nella notte del 7 giugno del 1944 quando alcuni contadini del posto, in contatto con gli attivisti partigiani, trafugarono intere casse di bombe a mano dai depositi di munizioni tedesche dei paesi vicini.

Un ricordo rimasto indelebile nonostante la tenera età che Francesca Fagioli amava ricordare proprio in occasione della commemorazione. Ad essere ucciso anche lo zio Angelo Fagioli che lasciava la moglie Maria Briziarelli vedova con quattro figli: Velio, Franco, Onelia e Carmela Fagioli

A ripercorrere il primo periodo dopo i tragici fatti è oggi il figlio Paolo Mancini che ricorda: “furono momenti terribili perché dopo l’uccisione del nonno e del fratello la paura era che i tedeschi operassero altre ritorsioni anche nei confronti dei familiari degli uccisi. Fu così che decisero di prendere i bambini e scappare. Si rifugiarono in una grotta in una località detta Fosso delle carceri verso Vallupina dove vissero fino al passaggio del fronte. Credo che fu lì, in quel momento così doloroso e difficile che si costruì quel forte rapporto tra cugini tanto che si ritenevano tutti fratelli e sorelle. Il dolore più grande era per lei il fatto che non avesse potuto viversi per niente quel padre tanto amato perché quando era piccola il nonno partì per il fronte. Lei ricordava bene il suo ritorno. Vide infatti uno straccione che si avvicinava alla loro abitazione, allora vivevano in una casa di contadini lungo la strada tra Montebuono e Agello, ma mentre lei ne era spaventata vide la madre corrergli incontro felice”. Una felicità interrotta neanche un anno dopo dai colpi di una mitragliatrice in cui insieme ad Angelo e Quartilio persero la vita altri nove contadini mentre tre vennero feriti.

La vicenda è inserita a pieno titolo nella lotta di Resistenza contro le truppe nazi-fasciste tedesche in ritirata, come dimostra la medaglia di bronzo conferita al Comune di Magione dal Presidente della Repubblica il 9 novembre del 2005.