Prevenzione endometriosi, la Torre dei Lambardi si illumina di giallo

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Sabato 27 gennaio, in occasione della WorldWide Endomarch, la Torre dei Lambardi si illuminerà di giallo per “accendere” l’attenzione su una grave malattia cronica tipicamente femminile: l’endometriosi. Una malattia che pur essendo ampiamente diffusa tra le donne in età fertile – si stima che una donna su dieci ne sia affetta – non è sufficientemente conosciuta.
L’amministrazione comunale di magione rispondendo alla richiesta fatta da Marzia Sagini a nome del Team Italy della WorldWide Endomarch, associazione con sede in 55 capitali nel mondo impegnata in azioni volte di sensibilizzazione e che in Italia organizza da otto anni una marcia a Roma, illuminerà uno dei suoi monumenti simbolo.

“Quest’anno purtroppo – spiega Marzia Sagini –, a causa dell’emergenza sanitaria da Covid19 non ci sarà la tradizionale marcia ma è prevista un’edizione virtuale in programma per sabato 27 marzo. Orbene, per questa data abbiamo deciso, in qualità di promotrici della marcia italiana contro l’endometriosi, di promuovere una “call to action” su tutto il territorio italiano richiedendo agli amministratori locali di illuminare di giallo un monumento per aiutarci nella nostra azione di divulgazione rispetto all’endometriosi. Tale gesto, rappresenta un tassello importante nella battaglia per la conoscenza e contro l’indifferenza che tutte le donne, affette da endometriosi, sono costrette a combattere ogni giorno. Informare e sensibilizzare l’opinione pubblica su questa patologia è fondamentale sia per provare ad avere diagnosi più precoci sia per far sentire tutte le donne comprese”.

L’endometriosi è una patologia infiammatoria cronica invalidante, subdola e dolorosa estremamente difficile da diagnosticare che in Italia affligge circa 3 milioni di donne (circa 1 su 10) tra i 25 e i 35 anni d’età. Si calcola che spesso per avere una diagnosi precisa ci vogliono circa 6 anni nei quali, purtroppo, la malattia ha già provocato danni spesso irreversibili.
Nonostante sia tra le patologie croniche più diffuse ancora oggi se ne parla pochissimo e i fondi destinati alla ricerca sono ancora veramente esigui. Inserita nel 2017 nell’LEA con il codice d’esenzione 063 si riconosce di usufruire alle donne di alcune prestazioni ma solamente per gli stadi III e IV ma mancano ancora tutele lavorative, economiche legate alle terapie che una donna affetta da endometriosi deve sostenere ed è inoltre necessario aumentare l’esenzione anche per altre prestazioni specialistiche senza contare la necessità di tutelare gli stadi I e II della malattia.

Alcune cellule dell’endometrio si impiantano fuori dall’utero invadendo altri organi come tube, ovaie, vagina, intestino, vescica, peritoneo, reni, diaframma fino ad arrivare in certi casi addirittura ai poloni. Queste cellule sono soggette al ciclo mestruale, crescendo e causando sanguinamenti interni, infiammazioni croniche, tessuto cicatriziale, aderenze e noduli. L’endometriosi si presenta con forti dolori pelvici, non solo durante il periodo mestruale, stanchezza cronica, nausea, stitichezza o diarrea, dolori durante i rapporti sessuali, cefalea, dolori lombari, problemi urologici. Colpisce l’identità femminile in tutte le sue dimensioni: individuale, relazionale, sessuale, sociale e psicologica e purtroppo le terapie ormonali continuative non eliminano la malattia, permettono solamente di gestirne i sintomi.
Le donne affette da endometriosi spesso sono viste come persone esagerate nel descrivere il loro stato di malessere si sentono sole, incomprese e questo può sfociare in gravi forme di depressione.