San Feliciano ricorda il suo “eroe” del XX Giugno 1859, Filippo Gasperi

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Si terrà a San Feliciano, Magione, sabato 19 giugno, ore 12 Lungolago Alicata, la commemorazione dei caduti della strage del XX Giugno con un omaggio dei Comuni di Perugia e Magione alla lapide del patriota Filippo Gasperi ventisettenne magionese di San Feliciano che perse la vita sulle barricate nell’insurrezione contro il potere papalino avvenuta il 20 giugno del 1859 per la conquista di Perugia. A questa seguì la violenta risposta da parte di papa Pio IX che utilizzò per la sua azione dei mercenari svizzeri.
Seguirà la firma del Protocollo di marketing turistico tra i territori di Perugia, Trasimeno e Tevere che vede coinvolti il Comune di Perugia, capofila; l’Unione dei Comuni del Trasimeno (Castiglione del lago, Città della Pieve, Magione, Paciano, Panicale, Passignano sul Trasimeno Piegaro, Tuoro sul Trasimeno), Corciano, Deruta, Lisciano Niccone, Marsciano, Umbertide e Torgiano.

Alla cerimonia commemorativa parteciperanno: Giacomo Chiodini, sindaco di Magione; Andrea Romizi, sindaco di Perugia; Gabriele Giottoli, assessore al turismo e marketing del Comune di Perugia, Daniele Raspati, presidente del consiglio comunale di Magione con delega al turismo; Vanni Ruggeri, assessore alla cultura del Comune di Magione; Matteo Agabitini presidente della proloco di San Feliciano. Alla firma saranno presenti tutti i sindaci dei comuni coinvolti nel progetto che vede i territori interessati collaborare per la valorizzazione del patrimonio culturale, artistico, enogastronomico e paesaggistico dell’intero ambito attraverso azioni omogenee e frutto di una gestione concertata. Interverranno: Giacomo Chiodini, sindaco di Magione; Andrea Romizi, sindaco di Perugia; Gabriele Giottoli, assessore al turismo e marketing del Comune di Perugia, Giulio Cherubini, presidente Unione dei Comuni del Trasimeno; Matteo Burico, assessore al turismo dell’Unione dei Comuni del Trasimeno e i sindaci dei Comuni coinvolti.

FILIPPO GASPERI – Nato il 24 febbraio 1832, cuoco di professione, respirò a fondo il clima di mobilitazione patriottica e le speranze risorgimentali suscitate dalla Prima Guerra d’Indipendenza e dalla Repubblica Romana del 1848, e alimentate dalla propaganda delle élite liberali locali tra cui Giuseppe Danzetta e Giuseppe Pompilj. Nel giugno 1859 l’insurrezione pacifica di Perugia, la formazione di un governo provvisorio e l’adesione al progetto politico cavouriano videro la durissima risposta della cancelleria del Cardinal Antonelli che inviò un contingente di svizzeri al comando del colonnello Schmidt con l’ordine di passare per le armi i rivoltosi e riconquistare al Sovrano pontefice la città. Diplomaticamente e politicamente isolata, priva di adeguata difesa militare Perugia decise ugualmente di resistere: gli scontri decisivi avvennero intorno a Porta San Pietro dove Filippo Gasperi fu colpito, palla di fucile, o frammento di mitraglia non sappiamo, e cadde ferito, insieme a Orlando Castellani, carpentiere a Pierantonio, ma originario di Faenza. Fu prontamente soccorso dal chirurgo Francesco Blasi che si trovava sul posto addetto all’ambulanza, e ricoverato all’Ospedale allestito lungo l’attuale corso Cavour. «Castellani e Gasperi, gli ultimi che in quel giorno ebbero la ventura di cadere col fucile in mano», così annota Uguccione Ranieri di Sorbello in una pagina che di Belle Ėpoque ha veramente assai poco. In realtà, nessuno dei due morì il 20 giugno 1859: Filippo Gasperi, gravemente ferito ad una gamba, subì una disperata amputazione e, dopo quattordici ore di agonia, si spegneva alle prime luci dell’alba del giorno successivo, quando Perugia si risvegliava attonita e straziata da ore e ore di saccheggi e devastazioni.