Ricreata la vita dell’abitato di San Feliciano risalente all’età del ferro

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Al Museo della pesca e del Trasimeno di San Feliciano, Magione, la mostra “Le acque tranquille. Vita e commerci sul Trasimeno orientale all’alba della storia”, voluta dall’Assessorato alla cultura, e dall’assessore Vanni Ruggeri ricostruisce la vita di questo antico abitato sulle coste del lago nel passaggio tra l’età del bronzo e quella del ferro risalente.

“L’idea – spiega l’archeologa Serena Trippetti che ne ha curato il progetto scientifico e allestimento– nasce nel 2019 a seguito dello studio del materiale ceramico effettuato dagli archeologi Daniele Cresta e Federico Torini per la loro tesi di laurea, integrato con le scoperte e intuizioni sui livelli del lago effettuate negli anni da Ermanno Gambini, direttore del Museo e esperto dei livelli del lago. La mostra, supervisionata dall’archeologa Paola Romi, funzionaria della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell’Umbria, espone una parte dell’intero materiale recuperato nel dragaggio del 2007, e in particolare gli elementi più antichi, con una datazione tra la fine dell’etá del Bronzo e inizio dell’età del Ferro, rinvenuto del tutto fuori contesto in conseguenza all’attività della draga. Parliamo di una comunità insediata su questa sponda del lago, che qui aveva una vita legata all’agricoltura e all’allevamento e certamente anche alla pesca, e che mostra evidenti segni di contatto con popolazioni delle coste adriatiche e tirreniche fino addirittura con la Sardegna. La volontà era quella di rendere partecipe il visitatore di questa vita che si dipana lungo le coste del lago, e per rendere più fruibile e comprensibile l’allestimento ci siamo avvalsi della collaborazione con Arkè archeologia sperimentale”.

Gli oggetti hanno trovato non solo una loro collocazione storica, ma sono stati inseriti in un contesto che ricrea ambientazioni del periodo. È possibile entrare dentro una capanna che ricostruisce, con oggetti appositamente realizzati sulla base dei reperti studiati, un contesto abitativo. Gli allestimenti rendono conto non solo del lavoro e della vita quotidiana ma, anche, del rapporto con il divino. Si aggiunge una mostra nella mostra con la sezione numismatica relativa ad una stipe votiva emersa sempre dai dragaggi del 2007 curata dall‘archeologo Samuele Ranucci. La visita è accompagnata da un sottofondo di suoni e rumori realizzati dal tecnico audio Gabriele Berioli che rendono immersiva l’esperienza dei visitatori. I rumori che si sentono restituiscono quelli della vita quotidiana di un abitato dell’epoca.

Aggiunge l’archeologa Serena Trippetti: “sono poi molto felice di poter restituire a San Feliciano, seppure temporaneamente, una parte del proprio passato, le origini della propria comunità, confidando negli abitanti come custodi e primi promotori di un patrimonio così importante.”
La mostra è stata prorogata fino a dicembre, con orari del #museo della pesca.