Riccardo Capecchi: venerdì Castiglione si stringe in una fiaccolata

173

Una fiaccolata, una pacifica marcia per Riccardo Capecchi si svolgerà a Castiglione del Lago venerdì 22 ottobre alle ore 21. «Vogliamo Riccardo a casa subito!» è il grido che salirà non solo dal borgo castiglionese, paese d’origine dello sfortunato fotografo, ma da tutto il Trasimeno, con una camminata di solidarietà e di sostegno alla famiglia che partirà da Piazza Gramsci, proprio davanti a Palazzo della Corgna sede del municipio e si svolgerà per le piazze e le strade del centro storico.
Gli organizzatori sono quelli del comitato “Verità su Riccardo” che da marzo hanno pensato tante iniziative di sensibilizzazione, e anche di aiuto economico, per smuovere le acque in una vicenda che dura da quasi due anni e mezzo. Alla fiaccolata di venerdì sono state invitate le istituzioni umbre e italiane che possono contribuire ad esercitare pressioni e spingere le autorità giudiziarie peruviane a chiudere una vicenda ormai “kafkiana”. Un invito recapitato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ai parlamentari umbri di tutti gli schieramenti politici, ai consiglieri regionali e ai sindaci del Trasimeno.

«Il comitato “Verità su Riccardo” vuole puntare i riflettori sulla vicenda del nostro amato concittadino Riccardo Capecchi – spiega il coordinatore Paolo Brancaleoni – fotografo professionista di Castiglione del Lago che a seguito di un’offerta lavorativa è rimasto coinvolto, suo malgrado, in una vicenda giudiziaria in Perù. Riccardo è trattenuto in Perù da maggio 2019, data dalla quale ancora il pubblico ministero non è stato in grado né di costruire e né di presentare una valida teoria accusatoria per attribuire con chiarezza il suo coinvolgimento o le sue responsabilità». Riccardo Capecchi è stato privato dall’accusa di tutta la sua attrezzatura fotografica pur non essendo materia di indagine e quindi non gli è consentito di lavorare e di sostenersi autonomamente come fotografo né in nessuna altra forma poiché il suo visto è scaduto e non rinnovabile a causa del processo giudiziario in corso: egli non può accedere ad un “Carnet de Extranjeria” che gli renderebbe la vita più facile. Riccardo non può firmare contratti di lavoro e di nessun altro tipo poiché la sua firma non ha valore notarile. Riccardo vive con gli aiuti economici della famiglia e degli amici in un piccolo monolocale abusivo. Riccardo non può accedere alla sanità peruviana perché non è uno straniero residente in Perù: in pratica risulta essere un irregolare che non ha nessun diritto.

«Il comitato – prosegue Brancaleoni – chiede il rimpatrio immediato del suo concittadino affinché possa seguire da casa e con dignità il termine di questa infinita vicenda e lo fa con una marcia pacifica, una fiaccolata per le strade di Castiglione. Ritengo che le istituzioni Italiane dovrebbero intervenire nei confronti delle autorità peruviane affinché almeno l’udienza preliminare si svolga a breve: lo chiediamo con forza e non molleremo di un centimetro. Dopo quasi 2 anni e mezzo ad oggi non sappiamo di cosa è accusato ma viene trattenuto in maniera forzata in Perù dove oltretutto, non avendo il permesso di soggiorno, non può lavorare e non si può neppure vaccinare come vorrebbe, correndo grandi rischi se colpito dalla pandemia. Chiediamo solo verità e giustizia: Riccardo non può più aspettare per questa drammatica vicenda».