Si chiama Umbria resiliente il piano strategico per la rete degli acquedotti varato dall’Autorità umbra per rifiuti e idrico (Auri). Obiettivo: prevenire e mitigare in modo risolutivo gli effetti dei cambiamenti climatici, mediante il rinnovamento o la realizzazione di infrastrutture utili a ottimizzare la gestione e la tutela della risorsa idrica. Il piano si articola in otto progetti che interessano tutto il territorio regionale, per un importo complessivo di 151 milioni di euro. A illustrarne i dettagli, lunedì 22 novembre a Perugia, a palazzo Donini, sono stati il presidente di Auri Antonino Ruggiano e il direttore dell’ente Giuseppe Rossi. Alla presentazione è intervenuta anche la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei. “Grazie al coordinamento della Regione – ha commentato Ruggiano –, insieme ai tre gestori del servizio idrico regionale abbiamo portato avanti un grande lavoro di progettazione che consentirà all’Umbria di guardare al futuro con serenità, divenendo una regione autonoma dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico. Siamo molto orgogliosi, anche perché il piano dell’Umbria è il primo a essere approvato a livello nazionale”. “Dobbiamo essere pronti ad affrontare i cambiamenti climatici in atto – ha sottolineato Tesei –. Questo piano svolge appunto questa funzione ed è lo straordinario risultato di un intenso e virtuoso lavoro di squadra”.
I due principali progetti prevedono il collegamento con i due grandi invasi del Chiascio e di Montedoglio così da poter rifornire gli schemi acquedottistici di tutti e tre i gestori, sia in condizioni ordinarie che in periodi di crisi. Il primo, da 48 milioni di euro, permetterà l’interconnessione della diga del Chiascio con il sistema acquedottistico Perugino-Trasimeno, la realizzazione della dorsale dal sistema perugino (Chiascio) ai sistemi acquedottistici folignate, folignate-spoletino e ternano, un sostegno ai campi pozzi in Valnerina. Verrà realizzato un nuovo potabilizzatore e installati 91 chilometri di nuove condotte. Il secondo, da 35 milioni di euro, si occuperà dell’interconnessione del sistema Montedoglio con il sistema lago Trasimeno, e a sua volta di questo con i comuni di Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Fabro e Parrano. In questo caso, verrà ampliato il potabilizzatore e stesi 65 chilometri di nuove condotte. Gli altri progetti riguardano: il sistema acquedottistico Alto Chiascio (24 milioni di euro); il completamento del sistema Ternano-Amerino (15 milioni di euro); l’interconnessione del sistema Argentina-Monti Martani (10 milioni di euro); il completamento del sistema Orvietano (10 milioni di euro); il completamento del sistema Nursino (6 milioni di euro); l’interconnessione Calvi-Otricoli (3 milioni di euro).
“L’interconnessione del sistema – ha ricordato Ruggiano – ci consente di superare le crisi idriche, trasferendo portate da un sistema all’altro. C’è molta attenzione, anche, alla sostenibilità ambientale perché il progetto prevede di ridurre e poi eliminare la possibilità di captazione tramite pozzi”. “Tutte queste operazioni – ha spiegato Ruggiano – avevano un traguardo di cinquanta o addirittura cento anni, con i fondi che dovevano essere reperiti in tariffa. Grazie all’aggiornamento del Piano nazionale degli interventi nel settore idrico e al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), invece, cominciamo ad avere finanziamenti diretti. I lavori che saranno finanziati dal Pnrr partiranno al più presto e dovranno essere rendicontati entro il 2026. In particolare, il primo stralcio da 18 milioni di euro, che riguarda il collegamento della diga del Chiascio all’acquedotto Perugino-Trasimeno, è stato portato in conferenza Stato-Regioni e nei primi mesi dell’anno prossimo saremo operativi”.