“E’ sbagliato politicizzare l’Autorità regionale per l’idrico e i rifiuti. L’Auri è un ente partecipativo dei sindaci in un settore estremamente complesso, soprattutto per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti. Non confermare la quarta e la quinta città dell’Umbria, che hanno siti di smaltimento sul proprio territorio, mette a repentaglio equilibri imprescindibili per un corretto funzionamento del sistema”. Giacomo Chiodini, sindaco di Magione e vicepresidente Auri, commenta con queste parole la mancata integrazione del consiglio direttivo da parte dell’assemblea dei sindaci.
Nella votazione – a causa della contrarietà di diverse città governate dal centrodestra, tra cui Perugia, Marsciano, Bastia Umbra e Amelia – è infatti stata bocciata la cooptazione nel direttivo dell’authority dei due nuovi sindaci di Città di Castello e Spoleto eletti a ottobre. Un voto negativo che ha poi fatto venire meno il numero legale per tutte le altre pratiche all’ordine del giorno.
Per Chiodini quanto avvenuto “va a minare la necessaria collaborazione istituzionale tra i sindaci in una materia delicata e precaria, in un contesto di difficoltà generato dall’imminente saturazione delle principali discariche nella provincia di Perugia. Tema critico su cui si è in attesa da tempo di indirizzi da parte della Regione Umbria. Si spera – continua Chiodini – che quanto accaduto possa essere rapidamente superato con una nuova votazione, stavolta favorevole, ad un subentro che appariva fino a ieri consequenziale, logico e razionale. Città di Castello e Spoleto erano infatti già membri del direttivo con le precedenti amministrazioni e il semplice cambio del sindaco non dovrebbe in modificare la composizione del direttivo, soprattutto se si tratta di città grandi e con impianti sul proprio territorio. Il voto favorevole a Città di Castello e Spoleto – Chiodini – aveva peraltro avuto positivo riscontro all’interno dei restanti comuni presenti nel direttivo che non avevano sollevato problemi all’integrazione dei due nuovi sindaci”.