Non riproduce il condottiero Antonio Grossi, ma molto probabilmente il marchese Ascanio I della Corgna il ritratto conservato nella Sala consiliare di Panicale. Ad affermarlo è Gianfranco Cialini, già curatore del Fondo antico dell’Università di Perugia e fondatore del Lions Club Ascanio della Corgna, che questa mattina in conferenza stampa presso il Palazzo municipale di Panicale ha illustrato le sue intuizioni.
L’opera in questione appartiene alla serie di 31 ritratti della Collezione Mariottini, acquisiti dal Comune di Panicale all’epoca del sindaco Mancini e restaurati nel 1996.
L’autore, su incarico dello stesso Mariottini, nel dover ritrarre l’immagine di Grossi, secondo la ricostruzione di Cialini, ha utilizzato una precedente tela del ‘500 con sopra dipinto il volto di Ascanio.
Molti gli indizi che porterebbero a questa attribuzione. Nei lavori di restauro del quadro, effettuati da Alberto Polidori nel 1996, è emersa la scrittura originale con il nome di Ascanio della Corgna, l’anno 1571 (lo stesso della morte di Ascanio) e lo stemma della famiglia.
“Lo stesso giornalista Luciano Lepri – ha fatto notare Cialini – nella sua pubblicazione del 1997 dal titolo “La collezione Mariottini nel Municipio di Panicale” ne parla, senza tuttavia approfondire la materia”.
Ad una pur sommaria analisi del dipinto, senza tenere conto delle scritture riscoperte già peraltro molto indicative, avendo oggi a disposizione l’immagine del ritratto di Ascanio ritrovato in Austria (l’unico esistente) e confrontandolo con il quadro di Panicale, risulta evidente una innegabile somiglianza tra le due opere: l’aspetto anatomico del volto, l’orecchio, il naso, la barba. “Ed e un particolare molto importante – ha spiegato Cialini -: l’attacco del naso cartilagineo con la struttura ossea del cranio presenta quasi un soprosso, un segno indelebile, come se fosse la conseguenza di una ferita pregressa”.
Un particolare non trascurabile inoltre è che nel ritratto di Panicale Ascanio indossa la stessa armatura che è conservata nel Museo di Vienna. Il condottiero in ambedue i dipinti indossa la medesima gorgiera alla spagnola. Una riprova che Ascanio è stato al soldo di Carlo V.
Ed ancora, nel ritratto panicalese Ascanio tiene in mano il bastone simbolo del comando, lo stesso che compare nell’affresco del Pomarancio di palazzo della Corgna di Castiglione del Lago, nella scena nella quale papa Giulio III, zio di Ascanio, gli consegna il comando delle truppe papali. E lo stesso bastone può essere visto nel ritratto a stampa di Ascanio contenuto nella pubblicazione dell’Armamentarium Heroicum, stampata a Innsbruck nel 1601.
“Fino ad oggi di Ascanio della Corgna non avevamo alcun ritratto in Italia – ha fatto notare Cialini -, si aveva un suo busto attribuito al Danti conservato nel palazzo comunale di Perugia e una sua copia nel palazzo della Corgna di Castiglione del Lago, oltre alla sua immagine nei dipinti del Pomarancio, ripreso in scene di guerra sempre nel palazzo della Corgna di Castiglione del Lago”.
Se l’ipotesi di Cialini troverà conferme, Panicale dunque potrà vantare l’unico ritratto dell’indomito condottiero esistente in Italia. Andando così a rafforzare, come ha sottolineato questa mattina l’Amministrazione comunale, il legame storico culturale che tiene unito questo territorio, già collegato da nomi illustri come Il Perugino e il Caporali.
A spingere Cialini ad effettuare questi studi è stata la segnalazione dell’appassionato di opere e storia locale Lucio Giommoni di Castiglione del Lago.