Iniziata questa mattina la demolizione di due edifici abusivi con vista lago, una civile abitazione e un annesso utilizzato come rimessa attrezzi, realizzati in località Sodino di San Feliciano di Magione, zona di particolare pregio ambientale e paesaggistico.
La vicenda, che ha avuto un iter lungo e complesso, risale al 1993 quando al proprietario degli immobili viene imposta la demolizione in quanto dichiarate opere abusive.
La richiesta viene rigettata dal proprietario che presenta domanda di sanatoria, ovviamente non accolta dal Comune, a cui fa seguito un ricorso al Tar fino ad arrivare, con ricorso straordinario, davanti al Presidente della Repubblica.
“Una serie di ricorsi e iniziative legali – spiega Vanni Ruggeri, assessore all’urbanistica con cui si è conclusa l’annosa vicenda – che non hanno mutato il quadro contestato dall’allora amministrazione comunale, ma la cui soluzione ha visto una decisiva accelerazione negli ultimi anni, anche grazie alla partecipazione al bando indetto dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti nel 2020 per la ripartizione delle risorse attribuite al fondo per la demolizione delle opere abusive. Con questa misura è stato riconosciuto all’Ente, che dovrà procedere con proprie risorse alla demolizione, un importo pari al 50% del costo dell’intervento, il che ha consentito di poter dar corso all’iter amministrativo previsto. Dopo un passaggio in Consiglio comunale per escludere un pubblico interesse sull’immobile oggetto del provvedimento, e confermata la necessità di ripristinare un contesto ambientale e paesaggistico compromesso, abbiamo speditamente dato inizio all’intervento di demolizione e, questa mattina, la ditta incaricata ha avuto accesso alla proprietà e iniziato i lavori di abbattimento dei manufatti.”
“Riteniamo con questa azione – commenta l’assessore Ruggeri – di aver dato alla collettività un importante segnale di legalità. Si tratta del primo caso, e ci auguriamo anche l’ultimo, in cui le ruspe si rendono necessarie per tutelare il rispetto di leggi e regolamenti, ma nel momento in cui si realizza una situazione di questo tipo, in palese violazione degli strumenti urbanistici e in totale assenza di titoli autorizzativi, per si più in prossimità di aree boscate sottoposte a vincolo, procedere in tal senso diventa non soltanto legittimo ma doveroso.”
Nel complesso si tratta di circa 165 metri quadri di cui 65 relativi all’abitazione più 42 di portico e 55 di pavimentazione esterna e 15 di deposito attrezzi.