Il borgo di Panicale incontra l’arte contemporanea attraverso il genio di Luis López-Chávez. Sarà inaugurata sabato 25 giugno alle ore 18 presso l’Arca di Pan la mostra contemporanea legata al progetto nazionale “Una Boccata d’Arte”.Incentrato sulla connessione tra l’arte contemporanea e i borghi italiani più rappresentativi, “Una boccata d’arte” nasce nel 2020 da un’idea di Marina Nissim, Presidente della Fondazione Elpis, e giunge quest’anno alla sua terza edizione. Venti giovani artisti provenienti da paesi e culture differenti, selezionati dalla Fondazione Elpis, vengono invitati a realizzare un progetto di arte contemporanea in un borgo assegnato.
I venti borghi italiani selezionati per il progetto, tra cui per l’Umbria appunto Panicale, sono caratterizzati da un rilevante patrimonio storico, artistico, architettonico e paesaggistico. Il progetto prevede la realizzazione di un intervento in situ che accompagna abitanti,
viaggiatori e gente di passaggio per tutta l’estate. Fino al 18 settembre, infatti i borghi coinvolti accoglieranno altrettanti interventi d’arte ciascuno con un diverso artista. Ogni anno i borghi cambiano, come gli artisti e la natura delle loro installazioni, scaturite dal contatto diretto con il territorio e un periodo di residenza.
L’inaugurazione della mostra a Panicale, promossa con il patrocinio del Comune di Panicale, è all’interno degli appuntamenti della Notte romantica nei borghi più belli d’Italia.
L’ARTISTA A PANICALE
Luis López-Chávez si é laureato all’Accademia Professionale di Arti Plastiche di Manzanillo nel 2007 e all’Istituto Superiore d’Arte dell’Avana nel 2013. Nel 2012 ha ricevuto una borsa di studio per il Royal Institute of Art, Stoccolma, Svezia. Nel suo lavoro ha condotto un esercizio di ricerca sullo sviluppo della forma plastica e sugli attriti che questa genera quando viene introdotta nello spazio logico del mondo come un’affermazione. Sulla base di queste frizioni con il contesto storico-sociale, con il linguaggio o con l’arte stessa, propone una visualità racchiusa tra una metodologia concettuale e un impulso inconscio, tra una proposta filosofica e un’immagine poetica. Il processo che ha portato l’artista cubano alla realizzazione del suo intervento è iniziato prima
ancora del suo arrivo a Panicale, via e-mail, fino a quando ha potuto esplorare da vicino i luoghi circoscritti all’interno delle storiche mura e nella campagna tutt’intorno, attraverso l’interazione, l’ascolto e l’osservazione dei “personaggi” che frequentano la piazza principale. Gli abitanti diventano i protagonisti di due video NADINE IN PANICALE e LAST TAPE girati in set e momenti improvvisati.