Erano diventati lo spauracchio di ignari cittadini davanti ai quali si presentavano come guardie zoofile procedendo illegalmente alla loro identificazione e spesso minacciandoli di multe per dubbie irregolarità.
In realtà erano membri di un’associazione di volontariato che si spacciavano per appartenenti all’Associazione Europea Operatori Polizia usurpando anche il nome dell’organismo nazionale con tanto di divise e distintivi.
Decine le malefatte denunciate a partire dal 2020, come posti di blocco illegali, utilizzo improprio di lampeggianti ed esposizione abusiva di palette segnaletiche. Scattata un’indagine ora la pubblica accusa ha chiesto il rinvio a giudizio di 13 persone accusate a vario titolo di usurpazione di funzioni, falsità ideologica, truffa aggravata e minacce.
L’udienza è stata fissata davanti al giudice il prossimo 22 febbraio.
Le indagini sono state condotte dalla polizia locale di Magione e dal personale di vigilanza e ispezione del Servizio igiene urbana e randagismo dell’Usl Umbria 1. Secondo la Procura negli anni il gruppo era pure riuscito ad accreditarsi “con qualifiche mai conseguite” presso la Regione come associazione di volontariato e di protezione civile, nonché a stipulare convenzioni con vari Comuni e con l’Agenzia forestale regionale.