Economia, CNA Umbria: “Nel 2022 riguadagnati i livelli pre-covid, ma nel 2023 prevista una decisa frenata”

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Poche speranze per l’economia umbra nello scenario 2023 dipinto dalla CNA regionale. Dopo lo sprint del 2022, quando il Pil regionale è cresciuto del 3,9% recuperando i livelli pre-pandemia – scrive l’associazione di categoria – quest’anno le previsioni ipotizzano tutti gli indici in calo e una crescita economica di poco superiore allo zero. Sono questi alcuni degli elementi che emergono dalla nuova indagine commissionata da CNA Umbria al centro studi Sintesi.
A ogni modo anche il 2022 è stato caratterizzato da alti e bassi.

Da una parte oltre al Pil sono cresciuti investimenti, export e turismo ma dall’altro i costi energetici hanno subito rincari vertiginosi mentre l’occupazione è risultata stagnante. Nonostante l’aumento di posti di lavoro registrato in alcuni settori, infatti, il numero totale di occupati è risultato ancora inferiore ai livelli del 2019, con circa 6mila posti di lavoro che mancano all’appello.
Per il 2023 secondo CNA non si intravedono grossi spiragli. “Purtroppo – avverte il presidente umbro Michele Carloni – l’unica cosa che manterrà questi livelli di crescita sembra che saranno i costi energetici. Gli investimenti, infatti, sono previsti sensibilmente in calo e pure le esportazioni probabilmente non riusciranno a eguagliare le performance del 2022”.

Per CNA si tratta di un rallentamento generale dovuto ai rincari generalizzati che, oltre ai costi energetici, ha riguardato il prezzo dei trasporti, dei generi alimentari e dei beni per la casa. “Ben vengano – aggiunge Carloni – i fondi regionali per sostenere l’autoproduzione di energia da parte delle imprese, ma non basteranno per far crescere il Pil. Auspichiamo un ripensamento del Governo sulla riduzione degli incentivi automatici sugli investimenti e, finalmente, lo sblocco dei crediti maturati sugli interventi di rigenerazione urbana approvati.”