“Dopo un anno in cui il Lago Trasimeno ha raggiunto uno dei suoi minimi storici, ci si prepara ad una nuova stagione che si annuncia, se possibile, peggiore di quella precedente, con la Regione completamente immobile”: è quanto sostiene la capogruppo del Partito democratico all’Assemblea legislativa, Simona Meloni. Ha così illustrato la sua interrogazione sullo stato del bacino lacustre per chiedere “interventi per il periodo estivo 2023” e annunciando “la volontà di farmi promotrice di una riunione con tutte le forze politiche sul tema”. “Lo scorso anno il Governo – spiega Meloni – aveva deliberato lo stato di emergenza in relazione alla situazione di deficit idrico nel territorio di diverse regioni, tra cui l’Umbria. Per la nostra regione erano stati stanziati 2,8 milioni di euro per una serie di azioni di emergenza. L’ammontare dei fondi stanziati è però insufficiente ad avviare una vera e propria operazione di manutenzione che da anni il bacino lacustre necessita. Manca ancora un commissario straordinario per questa emergenza ma c’è una Cabina di regia che dovrà definire un Piano idrico straordinario nazionale, d’intesa con le regioni e con gli enti territoriali, allo scopo di definire le priorità di intervento. L’Umbria come sta interloquendo su questo fronte? E’ giusto che la Regione informi la massima assise regionale sul tema, a tutela di un territorio che oltre a rappresentare una risorsa naturale, costituisce anche una ricchezza economica”.
“Per dare un segnale – continua Simona Meloni – occorre riprendere in mano il cosiddetto ‘Piano stralcio’ e convocare tutti i soggetti coinvolti per l’aggiornamento del documento e il suo finanziamento in maniera integrale e costante nel tempo. D’altronde, grazie al Piano del 2002, è stato possibile costruire la condotta idrica che porta acqua dalla diga di Montedoglio al Trasimeno, la realizzazione della condotta per trasferire l’acqua potabile dalla rete idrica regionale a Castiglione del Lago, Paciano e Città della Pieve eliminando la captazione per l’uso potabile e il completamento della rete dei depuratori, con il contestuale avvio della lotta integrata ai chironomidi. Proprio quello dei chironomidi è di nuovo una questione strettamente d’attualità che danneggia il potenziale dell’attrattività turistica delle numerose strutture ricettive presenti nell’area lacustre ed è per questo necessario, seppur ormai in notevole ritardo, predisporre un intervento per evitare che la prossima stagione turistica alle porte possa essere inficiata dai chironomidi. L’altro elemento che non può essere dimenticato e sul quale la Regione dovrebbe esprimersi è il progetto preliminare dell’Università degli studi di Perugia finalizzato all’adduzione alla diga di Valfabbrica che si rivelerebbe utile e strategico non solo per la tenuta del bacino, ma anche per una capacità di invaso delle acque potabili, ulteriore rispetto a quello della diga di Valfabbrica, Montedoglio e di Corbara. Occorrerebbe valutare – conclude Simona Meloni – la compatibilità delle acque tra il Montedoglio e il lago Trasimeno in considerazione dell’esistenza di un collegamento che, seppur con una portata abbastanza ridotta, se aperto, potrebbe garantire un recupero invernale di svariati milioni di metri cubi di acqua”.