Il ritorno di Casanova e Armageddon Time al Temporary Cinema di Palazzo della Corgna

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Il ritorno di Casanova e Armageddon Time al Temporary Cinema di Palazzo della Corgna

“Il ritorno di Casanova” di Gabriele Salvatores è la novità in prima visione proposta nel fine settimana al Temporary Cinema di Palazzo della Corgna di Castiglione del Lago. Ma da venerdì 31 marzo a domenica 2 aprile Lagodarte Impresa Sociale, che gestisce il cinematografo temporaneo in attesa di inaugurare il Nuovo Cinema Caporali, propone anche la replica di “Armageddon time” di James Gray, con Anne Hathaway, Anthony Hopkins, Jeremy Strong, Banks Repeta e Jaylin Webb (114 min., USA-Brasile 2022, Universal), un film drammatico sull’amicizia, la crescita, il privilegio, la disuguaglianza e il razzismo.
«Un film dall’atmosfera sospesa, pieno di una grazia dolorosa donata dalla prova intensa e nuda di Servillo»: “Il ritorno di Casanova” di Gabriele Salvatores, con Toni Servillo, Fabrizio Bentivoglio, Sara Serraiocco, Natalino Balasso e Alessandro Besentini (drammatico, 95 min. Italia 2023, 01 Distribution) è la storia di un regista, Leo Bernardi, interpretato da Toni Servillo, che non riesce a completare il suo ultimo film su Giacomo Casanova, in procinto di partecipare in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Il suo montatore Gianni cerca di farlo uscire dall’impasse e da una depressione incipiente, mentre Leo si consuma fra due sentimenti che gli paiono inadatti ai suoi 63 anni: la competitività con un giovane regista, Lorenzo Marino, osannato dalla critica e anche lui in predicato per il concorso veneziano, e l’amore per Silvia, una contadina volitiva e indipendente, molto più giovane di lui: Leo temporeggia, procrastina, è nervoso e distratto, agitato da sogni e visioni, impolverato come il Casanova che racconta, cui tutto appare “insensato e ripugnante”, a cominciare dal passaggio inesorabile del suo tempo di vita.

Con “Il ritorno di Casanova”, liberamente tratto dal romanzo omonimo di Arthur Schnitzler (lo stesso autore di “Doppio sogno” da cui Stanley Kubrick trasse il suo ultimo film “Eyes Wide Shut”), Gabriele Salvatores si confronta sia con il passare inevitabile del tempo, tema del suo “film-nel film-nel film” (innumerevoli le scatole cinesi tecnologiche in cui è ingabbiata l’opera di Bernardi, che è a colori, mentre la vita del regista si trascina stancamente in bianco e nero), che con un gigantesco fantasma cinematografico, il Federico Fellini di “8 ½” e “Il Casanova”. È questa atmosfera sospesa, da quadro di Magritte, la forza di “Il ritorno di Casanova”, insieme all’interpretazione intensa e nuda di Toni Servillo, fragilissimo dietro la maschera del grande autore e dell’uomo di mondo, sfuggente e inadeguato davanti alla violenza dell’attrazione che prova verso Silvia, altro fantasma, questa volta di giovinezza leopardiana. Fabrizio Bentivoglio, soprattutto nel contesto della filmografia di Salvatores, è un casting ispirato: un ex bellissimo che il tempo ha sfiorito, ma la cui passata irresistibilità è ben impressa nel nostro immaginario collettivo. Se Casanova si aggira intorno alle lagune veneziane che hanno testimoniato la sua gloria, Leo Bernardi si muove in una Milano irriconoscibile, popolata da grattacieli e blogger ambiziosi, combattuto fra l’esigenza professionale di decidere e quella personale di desiderare.

Salvatores lo racconta in modo cerebrale ma mai algido, come un uomo il cui “sistema centrale” sta andando quietamente in tilt: uno che, come dice la prosa di Schnitzler, “si cerca e non si trova”, perde pezzi (e denti) e si specchia nella propria solitudine, senza confidarsi con nessuno e senza dire a Silvia ciò che prova davvero, con la paura che lei veda in lui solo “un vecchio: poiché lei ha “tanta vita davanti e tutto il tempo per innamorarsi di nuovo”, mentre lui nelle mani non ha (più) niente. Ma “Il ritorno di Casanova” è anche una riflessione sul cinema e la sua impermanenza “se non c’è un pubblico che vuole vederlo”, nonché sui registi che non sanno vivere al di fuori del set, sui giornalisti gossippari, sui montatori mai celebrati e invece coautori dei film dei loro registi. Un film pieno di una grazia dolorosa cui Servillo si abbandona senza opporre resistenza, con un “que sera sera” che appartiene ad Alfred Hitchcock più che a Livingston & Evans o a Doris Day.
“Armageddon time” è in programma sabato 1° aprile alle ore 18:30 e domenica 2 aprile alle 21:15; “Il ritorno di Casanova” sarà proiettato venerdì 31 marzo alle 18:30 e alle 21:15, sabato 1° aprile alle 21:15 e domenica 2 aprile alle 18.30. Ingresso unico a 5 euro con possibilità di comprare direttamente al botteghino o in prevendita su www.liveticket.it/cinemacaporali. Per info: www.cinemacaporali.it.