È quasi arrivata a conclusione l’attività di indagine diagnostica sulle cinque opere di Pietro Vannucci presenti a Città della Pieve.
Indagine curata dal Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali, diretto dalla storica dell’arte Vittoria Garibaldi, con il finanziamento della Fondazione Perugia e del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Quinto Centenario dalla morte di Perugino.
Un fondamentale strumento, quello della diagnostica, che permette di indagare attraverso le tecniche scientifiche più innovative l’opera d’arte. La composizione chimica del colore, la tecnica utilizzata, cosa c’è sulla tela o sotto lo strato di pittura, quanto e come sono degradati i suoi elementi, quali agenti esterni lo attaccano, i pennelli e la maniera di usarli. Una diagnosi accurata che può offrire anche qualcosa in più: vedere dettagli non visibili ad occhio nudo, come ad esempio il disegno preparatorio.
“Queste tecniche – rende noto l’Amministrazione comunale – ci danno la possibilità di conoscere il lato umano che c’è dietro l’opera d’arte, l’idea, il progetto, l’evoluzione del lavoro, dal suo principio sino alla consegna. Un’attività emozionante e veramente importante dal punto di vista scientifico per Città della Pieve e i cui risultati verranno presentati questa estate.
Prossimi step. Nei giorni scorsi si è intervenuti sull’ultima opera, l’Adorazione dei Magi custodita nell’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi, con imaging, riflettografia e ultra violetti. Si proseguirà a maggio con ulteriori indagini puntuali”.
Presente durante le attività anche la produzione Morgana Studio che sta curando un documentario culturale e scientifico di valorizzazione del territorio umbro e sulle attività di ricerca del Laboratorio.