È stata inaugurata a Palazzo della Corgna la mostra “La ragazza che dipingeva il cinema: Antonietta Innocenti, ieri e oggi”. Visitabile da oggi 22 aprile fino all’11 giugno la mostra è una retrospettiva della affermata artista umbra che propone le sue opere giovanili dedicate al cinema, una selezione di disegni satirici e alcune opere figurative dagli anni duemila ai giorni nostri. All’inaugurazione hanno partecipato l’artista folignate con Andrea Baffoni, critico e storico dell’arte, in veste di moderatore e in qualità di curatore della mostra per conto di Lagodarte Impresa Sociale e sono intervenuti Anton Carlo Ponti, giornalista, fondatore del Corriere dell’Umbria e critico d’arte, il critico cinematografico Roberto Lazzerini, Luca Petrucci curatore per Lagodarte della comunicazione per immagini e dell’allestimento, Piero Sacco presidente di Lagodarte Impresa Sociale e la vicesindaco di Castiglione del Lago Andrea Sacco.
«Perché una mostra dedicata ad Antonietta Innocenti? – si è chiesto retoricamente Piero Sacco –. Perché, come diciamo nel titolo della mostra “la ragazza che dipingeva il cinema”, rappresenta molto bene un periodo fantastico per il cinema italiano e soprattutto per le sale cinematografiche, luoghi centrali della cultura del trentennio fra il 1950 e il 1980. A Castiglione del Lago, tra poche settimane, inaugureremo una piccola multisala nel centro storico che vuole mantenere il cinema a contatto con il pubblico in sala e diventare un luogo di aggregazione culturale e sociale, destinato alla fruizione di ogni forma di audiovisivo».
Antonietta Innocenti nasce con la scomposizione della figura, un’arte informale senza nessun suggerimento di corrente fino a diventare “informale puro”, dove l’artista inserisce elementi verbali. Solo in una seconda fase di ricerca acquista una pienezza valida e realizzata che si può inserire nel quadro delle nuove tendenze articolandosi con diversa e più impegnativa sperimentazione singlossica, dove le scritte s’inseriscono come un disegno. Ha partecipato a molte rassegne d’arte, tra cui “Linea Umbra Galleria Il Foglio” a Roma e al Festival dei Due Mondi di Spoleto con varie personali. Alla fine degli Anni ‘70 ripropone un più ampio discorso, nel quale ha un valore prevalente la figura ritrovata con notevole sapienza tecnica e sicura conoscenza anatomica. Tra le personali più interessanti vanno ricordate la “Galleria Nuovo Spazio” a Venezia, la “Galleria Michelangelo” a Roma e la “Galleria Marguttiana” sempre a Roma. La figura prenderà un’importanza ancora maggiore negli Anni ‘80 fino a dominare lo spazio proponendosi in bianco e nero su pannelli divisi da scanalature e interrotti solo da una striscia rossa. Nel 1981 la Innocenti lascia l’insegnamento per dedicarsi completamente alla pittura.
Da citare nel 1983 la personale a Perugia, Sala Grifo e Leone, e nel 1985 il Secondo Premio della Rassegna Nazionale dell’Umorismo a Foligno. Nel 1986 apre una Galleria d’Arte con annessi studio ed esposizione permanente delle sue opere nel centro storico di Foligno, la sua città. Nel 1996 è invitata dall’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche (ANICAGIS) a partecipare con una personale della sua raccolta di manifesti per il cinema degli Anni ‘60, alla celebrazione del centenario del Cinema a Spoleto (Esposizione “Cinema Dipinto”). Delle numerose rassegne in Italia e all’estero alle quali la Innocenti partecipa citiamo le personali ad Augsburg in Germania, Galleria Arte Spazio 10 a Bologna, Galleria Spazio Arte a Perugia, Galleria “La Meridiana” a Piacenza e una collettiva a Montecarlo “L’Italia a Monaco”. Gli anni 2000 si aprono con l’importante personale all’Auditorium di Foligno. Il discorso pittorico diventa più pieno e audace, più scoperto ed aggressivo, e in esso il taglio della figura diventa un elemento essenziale. Una figura che l’artista propone quasi fotografica nella sua perfezione d’immagine con effetti luce-ombra, raggiungendo un’astrazione nel figurativo stesso. Nel 2006 Antonietta Innocenti è inserita nei volumi “Terra di Maestri Artisti Umbri del ‘900” e nel 2016 riceve il Premio “Arte e Cultura” dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali della Provincia di Perugia.
Andrea Baffoni ha spiegato la storia dei manifesti di Antonietta Innocenti per promuovere il cinema a Foligno e l’idea di collegare, con questa mostra, Palazzo della Corgna con il Nuovo Cinema Caporali, un connubio felice negli scorsi anni, interrotto per la profonda ristrutturazione appena conclusa, e che tornerà in auge fra pochi giorni. Baffoni ha spiegato la scelta di dividere le tre sezioni della mostra, le opere giovanili dedicate al cinema, alcune opere figurative molto interessanti dagli anni duemila ai giorni nostri e una piacevole selezione di disegni satirici, il tutto nelle cinque sale del piano nobile del palazzo dedicate alle esposizioni temporanee.
Il critico d’arte e giornalista Anton Carlo Ponti, fondatore tra le altre cose del Corriere dell’Umbria nel 1983, ha sviluppato i temi dei contenuti delle opere di Innocenti, artista brava ed eclettica, divagando sul back ground artistico folignate e dell’Umbria centrale. Il disegno umoristico è stato per Antonietta Innocenti prima un gioco da ragazzina, poi, con gli studi, prese una forma consapevole, fino a raggiungere una personalità artistico-umoristica, conseguendo molti premi nella categoria. L’artista folignate ha creato uno stile grafico molto personale, che metteva in luce una gustosa deformazione di ambienti borghesi, religiosi, politici e familiari. Ancora oggi fa disegno umoristico per rilassarsi; con lo stesso segno sicuro le piace ritrovare i suoi cardinali nelle loro piccole manie, la eterna coppia che non comunica e un mondo di figure colte in atteggiamenti significativi senza risparmio d’ironia polemico-sociale.
Poi Roberto Lazzerini ha raccontato il rapporto della Innocenti con il cinema: «Il padre è stato esercente del Cinema Vittoria a Foligno fino al 1964: dalla fine degli Anni ’50 e per tutta la prima metà dei ‘60 Antonietta, studentessa delle belle arti, disegnava ed era chiamata a disegnare i manifesti cinematografici dei film che il cinema programmava. Sotto gli archi del Palazzo delle Logge, nell’atrio del cinema, le foto di scena inviate dalla distributrice e, all’inizio del corso Cavour, in bacheca, i suoi disegni, la cui collezione ne conta oggi 56: una bella e ricca collezione. Non le sono mancati in questi decenni premi, riconoscimenti ed esposizioni. Richiamo la grande retrospettiva di Salerno, la più completa, dopo quella all’Auditorium di Foligno (2000), a palazzo Fruscione, per la curatela di Rita Rocconi e il sigillo del “connoisseur” Philippe Daverio (1949-2020), nella tarda primavera del 2017, che conserva ora la sua memoria nell’imponente catalogo, edito dall’Editoriale Umbra, in cui molti altri conoscenti hanno lasciata traccia scritta, la più rimarchevole delle quali mi sembra quella di Alfred Hohenegger (1928), per la pertinenza stringente alla materia.
In questa mostra era presente anche l’intera collezione dei manifesti cinematografici, che era stata già mostrata in due importanti occasioni, in occasione del centenario della prima proiezione Lumière, la cosiddetta nascita del cinema: alla Sala della Corte del Palazzo Comunale del Comune di Foligno nel 1995, per l’Assessorato alla Cultura, e alle sale espositive dell’ex Monte di Pietà di Spoleto nel 1996, per il Comune di Spoleto. Infine, nell’ambito del progetto “Tutta mia la città” promosso dall’Officina della Memoria, in occasione della riapertura dell’ex Cinema Vittoria, dopo lunga inattività, come sala polivalente “Zut!”, nel 2014, furono di nuovo mostrati i suoi manifesti e Tommaso Giri con Emma Tramontana realizzò un breve video di 11 minuti dal titolo “Memorie del Vittoria” con un’intervista ad Antonietta come figlia del gestore Innocenti. Varrebbe la pena di non disperdere questa collezione e un ente pubblico folignate dovrebbe accoglierla. Se così non fosse, si potrebbe cercare un’altra collocazione. Mi impegnerò in questo compito».
Antonietta Innocenti ha illustrato alcune opere, raccontando aneddoti e ricordando la foto del manifesto della mostra, curato come tutta la parte grafica da Luca Petrucci. Si tratta di una foto di Antonietta insieme al grande regista Pietro Germi e scattata alla fine del 1961 al Cinema Vittoria di Foligno per la prima assoluta del bellissimo “Divorzio all’italiana”, vincitore del Premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale nel 1963 e inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare.