Profetico e visionario. Ad oltre cinquanta anni di distanza da quella esperienza, basata su una “totale integrazione tra scuola e vita”, la Scuola di Barbiana e il suo fondatore don Milani vengono percepiti quanto mai attuali. Ne è stato una dimostrazione il convegno nazionale “Alle radici della memoria” – Testimonianza e attualità dell’esperienza della Scuola di Barbiana”, promosso nei giorni scorsi dall’Istituto Comprensivo Panicale Piegaro Paciano, in virtù dell’adesione alla Rete Nazionale Scuola di Barbiana 2040.
Ospite d’eccezione dell’incontro, a cui hanno portato il proprio contributo esperti della didattica ispirata al modello di Barbiana, Edoardo Martinelli, allievo di don Milani e co-autore della sua opera più significativa, “Lettera a una professoressa”.
“Lo sguardo di Don Milani sui propri allievi – ha riferito Martinelli – non era cieco alle differenze, ma il suo obiettivo era di costruire una equipe. Don Milani faceva in modo che i propri ragazzi non ricevessero solo nozioni, ma acquisissero strumenti. Diceva che un buon educatore sa dove sta di casa la cultura, del resto fare pedagogia significa accompagnare l’allievo nei luoghi del sapere. E per don Milani i luoghi del sapere non erano i libri di testo”. Martinelli ha quindi illustrato a fondo l’esperienza educativa della Scuola di Barbiana, basata sulla ricerca della verità e sulla condivisione delle tante opinioni, per arrivare insieme ad una verità comune. “Se vogliamo capire don Milani – ha precisato Martinelli – dobbiamo partire dalla scrittura collettiva, la ricerca-azione che faceva fare per cercare e raggiungere la verità. La scrittura collettiva come palestra di democrazia. E per lui la Costituzione di fatto è la prima “scrittura collettiva”. I padri costituenti, ci diceva il priore, avevano dovuto rinunciare ciascuno a parte delle proprie ideologie per trovare una verità comune. Scrivere insieme non significa creare un collage che rispetta le idee di tutti, ma significa mescolare fino in fondo ciò che pensiamo, con la stessa volontà dei padri costituenti che hanno creato quel capolavoro che è la nostra Costituzione”.
Il convegno di Tavernelle si è aperto con il saluto del dirigente scolastico Daniele Gambacorta che ha definito questo un “momento di partenza per la nostra terra, per l’Umbria” e ha parlato della necessità di “rilanciare una idea nuova della cultura e della scuola”. Anche il sindaco di Panicale Giulio Cherubini è intervenuto in apertura dei lavori, sottolineando “l’impegno forte della scuola sul territorio”.
L’incontro di venerdì scorso ha visto la partecipazione di Rita Fumagalli, Dirigente Scolastico I.C. “A. Lanfranchi” di Sorisole, Sabrina Boarelli, ex Dirigente USR per l’Umbria, Fabio Marcelli, coordinatore del Corso di Laurea Magistrale di Scienze della Formazione Primaria, Università degli Studi di Perugia, Michele Capurso, docente e ricercatore Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione, Università degli Studi di Perugia, Gabriele Goretti, ex dirigente scolastico e Antonella Ubaldi, ex dirigente scolastica e autrice del libro “Caro Don Lorenzo”, Simone Casucci, dirigente scolastico D.D. 2 Città di Castello S. Filippo.
E’ intervenuto in collegamento anche lo scrittore Eraldo Affinati.
Infine il contributo dell’insegnante Roberta Agnoloni e degli alunni della cl. 4^ B della Scuola Primaria di Tavernelle coinvolti direttamente nel Progetto Barbiana 2040.
La “Don Milani” di Tavernelle infatti, come spiegato dall’insegnante Nicoletta Pasquini, sta dentro la rete del progetto “Barbiana 2040”. Il plesso è, insieme ad altri sei istituti italiani, parte del progetto di ricerca-azione nato nel 2017 per ripercorrere la “pedagogia dell’aderenza” di Don Milani come risposta efficace ai bisogni dei nativi digitali.