L’economia dell’Umbria nel 2022: ripresa contrastata dall’inflazione e dalle sfide globali

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L'economia dell'Umbria nel 2022: ripresa contrastata dall'inflazione e dalle sfide globali

Nel corso del 2022, l’economia dell’Umbria ha mostrato segni di ripresa, tornando ai livelli pre-pandemia. Tuttavia, a partire dalla metà dell’anno, la crescita ha iniziato a perdere vigore a causa dei forti rincari di energia e materie prime che hanno generato un rapido aumento dell’inflazione. Quest’ultima ha raggiunto livelli elevati e superiori alla media nazionale, incidendo negativamente sul potere d’acquisto delle famiglie umbre.
Il quadro economico è emerso dal rapporto annuale “L’economia dell’Umbria”, presentato dalla Banca d’Italia in una conferenza stampa. Secondo le stime basate sull’indicatore trimestrale dell’economia regionale elaborato dalla Banca d’Italia, il prodotto regionale lordo dell’Umbria nel 2022 è aumentato del 3,6%, in linea con l’andamento nazionale.

Tuttavia, è importante sottolineare che nel corso dell’anno l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 12,2%. Questo fenomeno ha interessato tutte le principali voci di spesa, soprattutto quelle relative all’abitazione e alle utenze, che hanno contribuito per circa la metà all’aumento generale dei prezzi. Di conseguenza, il reddito disponibile delle famiglie umbre si è ridotto in termini reali dell’1,8%, compromettendo la capacità di spesa delle famiglie, soprattutto di quelle con redditi più bassi.
Le modifiche delle condizioni economiche si sono riflesse nel rallentamento della produzione industriale e nella perdita di potere d’acquisto delle famiglie, alimentando l’incertezza e inducendo le imprese a essere più prudenti nella pianificazione degli investimenti per l’anno in corso.

Nel settore agricolo, dopo un biennio difficile, si è registrato un parziale recupero dell’attività nel corso del 2022. Tuttavia, il calo dei principali raccolti ha rappresentato una sfida, causato dalla maggiore frequenza e intensità degli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici. Nonostante ciò, il comparto agrituristico ha mostrato una buona performance, beneficiando di un afflusso di turisti desiderosi di esperienze legate al territorio e all’enogastronomia umbra.
La produzione industriale, dopo un periodo di crescita, ha iniziato a indebolirsi progressivamente nel corso dell’anno. Le esportazioni umbre hanno registrato un incremento reale del 7,1%, indicando una buona performance sul fronte internazionale. Tuttavia, gli acquisti di beni e servizi dall’estero sono cresciuti ancora di più, creando un disavanzo commerciale per la regione.
Lo sviluppo dell’attività edilizia è rimasto sostenuto grazie agli incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio abitativo, la ricostruzione post-sisma e i lavori pubblici. Questi fattori hanno contribuito a sostenere l’occupazione e l’attività delle imprese nel settore delle costruzioni.
Il comparto dei servizi è stato trainato dal turismo, che ha beneficiato di un livello di presenze mai raggiunto in passato, segnando un recupero quasi completo del calo registrato durante la pandemia. L’Umbria, con il suo patrimonio culturale, paesaggistico e gastronomico, ha attratto un numero crescente di visitatori desiderosi di scoprire le bellezze della regione.

Tuttavia, nonostante alcuni segnali di ripresa, nel 2022 il numero di occupati nell’Umbria si è leggermente ridotto (-0,6%). La flessione dei lavoratori autonomi è stata compensata solo in parte dall’aumento dei dipendenti, soprattutto di quelli a tempo indeterminato. L’aumento delle persone in cerca di occupazione ha portato il tasso di disoccupazione al 7,1% rispetto al 6,6% del 2021.
L’aumento dei tassi di interesse ha influenzato le richieste di mutuo, che hanno subito una riduzione. Inoltre, a partire dall’autunno, l’incremento dei prestiti alle imprese ha perso slancio, riflettendo la flessione della domanda e condizioni di offerta più selettive. Tuttavia, la qualità del credito rimane buona.

Infine, la direttrice della filiale di Perugia della Banca d’Italia, Miriam Sartini, ha sottolineato l’importanza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per l’economia umbra e i suoi territori. Ha affermato che il PNRR offrirà prospettive di sviluppo e crescita più strutturalmente elevate e più equilibrate. L’Umbria deve affrontare le sfide del cambiamento climatico, dell’innovazione tecnologica e delle tendenze demografiche, e prepararsi adeguatamente per cogliere le opportunità che si presenteranno.