Importanti risultati sono emersi dagli scavi archeologici al Poggio, fornendo prova dell’esistenza di un’antica Castiglione romana. Ventidue ricercatori americani hanno lavorato per sei settimane nel contesto del “Trasimeno Regional Archaeological Project”, mirato alla ricerca, al recupero e alla valorizzazione dei beni archeologici nella zona castiglionese.
Lo storico insediamento romano a Castiglione del Lago è stato oggetto di dibattito tra gli esperti per oltre cento anni, ma fino ad ora non vi erano prove concrete della sua esistenza, se non per i resti delle “Bucacce”. Tuttavia, grazie alle recenti indagini, è stato possibile confermare la presenza di un grande complesso di epoca imperiale.
Durante una conferenza pubblica tenutasi giovedì scorso a Palazzo della Corgna, numerosi partecipanti, tra cui esperti e curiosi cittadini di Castiglione del Lago, hanno ascoltato la presentazione dei primi risultati delle indagini condotte dai ventidue ricercatori, inclusi archeologi e studenti provenienti da “The Umbra Institute”, “DePauw University” e l’associazione “Archeo Trasimeno”. I lavori sono stati diretti scientificamente dai professori Rebecca Schindler e Pedar Foss, con l’assistenza degli archeologi Stefano Spiganti, Giampiero Bevagna e Giancarlo Santarelli, grazie alla concessione del Ministero della Cultura e sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, rappresentata dalla dott.ssa Paola Romi.
L’archeologo Stefano Spiganti, presidente dell’Associazione Acqua, ha introdotto la conferenza spiegando l’interesse verso il sito che fa parte del progetto TRAP, il quale mira alla ricerca, al recupero e alla valorizzazione dei beni archeologici nel territorio di Castiglione del Lago. Tale iniziativa è frutto della collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, il Comune di Castiglione del Lago, The Umbra Institute di Perugia, il Dipartimento di Studi Classici della DePauw University di Greencastle (Indiana, USA), l’associazione “Archeo Trasimeno” e l’Associazione Acqua.
Il sindaco Matteo Burico ha commentato entusiasticamente la scoperta, sottolineando l’importanza di valorizzare il sito non solo per comprendere le radici storiche del territorio, ma anche per attività di marketing territoriale. La dottoressa Paola Romi della Soprintendenza Archeologica dell’Umbria ha elogiato la scoperta come una svolta nella scrittura della storia locale e ha ringraziato il proprietario del terreno Antonello Malvagia per la sua generosità e disponibilità.
I professori Rebecca Schindler e Pedar Foss hanno presentato i risultati delle prime fasi degli scavi. È emerso che la struttura a volte, precedentemente conosciuta, apparteneva a un complesso romano di epoca imperiale. Inoltre, sono state scoperte terrazze superiori contenenti stanze dello stesso periodo della struttura a volte, alcune delle quali conservano pareti alte fino a due metri. Gli scavi hanno anche rivelato tracce di un incendio di grandi proporzioni, forse corrispondente alla fase finale dell’occupazione romana.
Inoltre, è stata individuata una pavimentazione costituita da basoli, suggerendo la presenza di una strada o un cortile di epoca etrusca nella terrazza più alta.