Gli ultimi dati pubblicati dalla Regione sul movimento turistico dei 12 Comprensori dell’Umbria, nei primi sette mesi dell’anno, hanno fatto suonare un piccolo campanello d’allarme al Trasimeno: terzo Comprensorio in ordine di importanza con le sue oltre 466 mila presenze da gennaio a luglio 2023.
Ed è proprio il dato delle presenze che gli operatori di Federalberghi Umbria Confcommercio hanno cominciato ad analizzare perché è il solo che porta il segno negativo rispetto al 2022, in un panorama regionale ampiamente positivo, sia per quanto riguarda il totale generale delle presenze (-2,1%) che il totale delle presenze negli esercizi extralberghieri (-5,5%).
“Andando più nel dettaglio dei dati”, commenta Tamara Fratoni, rappresentante Federalberghi per il Trasimeno, “si riescono a cogliere altri elementi che vanno approfonditi. Sul totale generale del movimento turistico, nonostante il numero positivo degli arrivi (1,4% per gli italiani e 4,7% per gli stranieri) le presenze hanno in entrambi i casi segno negativo (-1,1% degli italiani e -3% degli stranieri). Il calo delle presenze è ancora più significativo per quanto riguarda gli esercizi extralberghieri, dove gli italiani sono calati dell’8,3% rispetto al 2022 e gli stranieri del 3,5% rispetto allo stesso periodo”.
“Il calo delle presenze significa calo della permanenza media, ovvero ciò che distingueva in positivo il nostro territorio rispetto al resto della regione”, aggiunge Claudio Mencaroni, anch’egli rappresentante Federalberghi Umbria Confcommercio per il Trasimeno.
“Anche se è ancora presto per tracciare un bilancio definitivo dell’estate turistica”, continua, “crediamo che i trend registrati oggi debbano essere presi seriamente in considerazione per ripensare insieme le strategie turistiche per il territorio, in termini di investimenti, analisi dei mercati nazionale ed internazionale, riqualificazione dell’offerta, gestione delle risorse rese disponibili anche dall’imposta di soggiorno, in una logica di sinergia stretta con le amministrazioni locali. Dobbiamo ricordare tutti che, come è stato ampiamente dimostrato, il PIL dell’Umbria e dell’Italia cammina sulle gambe del turismo, soprattutto nell’area del Trasimeno”.
L’indagine periodica effettuata da Federalberghi Umbria su un campione di imprese del Trasimeno aggiunge elementi significativi.
Per quanto riguarda il mese di agosto, solo un terzo del campione si è detto soddisfatto del tasso di occupazione (oltre il 75%) della propria struttura. Gli altri hanno registrato un calo rispetto all’ottimo risultato del 2022, in alcuni casi molto significativo, visto che per il 33% questo valore si è collocato sotto il 50%.
In calo per tutti la permanenza media attesa che si attesta sulle 2/3 notti, avvicinandosi al dato del resto della regione.
Metà del campione, peraltro, non ha effettuato aumenti dei prezzi, nonostante il balzo in avanti consistente di utenze, prodotti e servizi. Chi è stato costretto a ritoccare i prezzi si è mantenuto intorno ad un percentuale massima del 10/15%.
Il campione si divide infine a metà anche per quanto riguarda le aspettative sull’andamento turistico nei mesi di settembre e ottobre: per il 50% sono positive, per l’altro 50% stabili o addirittura negative rispetto al 2022.
“I risultati della nostra indagine”, conclude Federalberghi, “completano così un quadro che non è allarmante, ma che sollecita comunque un confronto ampio nel breve periodo con tutti gli attori del territorio e con la Regione, che sul Trasimeno è più volte intervenuta. Federalberghi Umbria Confcommercio è pronta a fare la sua parte!”.