Il livello del lago Trasimeno e la qualità delle sue acque sono fondamentali per la promozione del territorio, e il turismo rappresenta una delle principali fonti economiche. In passato, gli interventi indirizzati alla depurazione delle acque degli scarichi civili, oltre all’eliminazione degli attingimenti con la realizzazione della condotta del Montedoglio per usi agricoli e dell’acquedotto per usi civili proveniente dal Perugino, hanno dato sicuramente un buon contributo per la salvaguardia delle acque. Le acque, riconosciute di ottima qualità nel suo complesso anche nei campionamenti rilevati ad ogni inizio estate dalla goletta verde dei laghi di Legambiente. Peraltro, il cambiamento climatico e le scarse precipitazioni atmosferiche registrate negli ultimi anni, abbinate alla mancanza di manutenzione degli affluenti, sono fra le cause del livello delle acque ancora molto sotto lo zero idrometrico.
Da non sottovalutare il fatto che lo zero idrometrico di riferimento iniziale è stato ridotto nel tempo, mentre i fondali si sono innalzati per i detriti che vengono trasportati dalle acque degli affluenti. Fino ad oggi, i vari livelli istituzionali, al di là di qualche tavola rotonda per piangersi addosso, e puntare l’indice verso il Parco del Trasimeno, istituito agli inizi degli anni novanta del secolo scorso, non sono stati in grado di intervenire seriamente per migliorare la situazione della riduzione dell’acqua nel bacino lacustre. Solo a fine estate, in concomitanza con l’inizio della stagione delle piogge, si è visto qualche intervento di sfalcio delle erbe sulle sponde, in particolare dell’Anguillara, in limitati tratti, senza intervenire nei punti più critici dove la vegetazione di alto fusto impedisce lo scorrimento verso il lago, della poca acqua che arriva. Non c’è volontà politica per pianificare interventi necessari per risolvere l’annosa situazione del Trasimeno.
La stessa condotta dell’acqua del Montedoglio, predisposta anche per immettere acqua nel Trasimeno all’altezza del torrente Paganico a Castiglione del Lago, potrebbe essere utilizzata quando nel periodo invernale l’acqua in eccesso viene fatta defluire nel Tevere. Almeno la vegetazione di origine non sicuramente autoctona che sta infestando gli arenili in prossimità delle spiagge potrebbe essere rimossa. Mentre ancora prevale un dibattito inconcludente nonostante le risorse per il Lago ne sono arrivate, ma i risultati non si vedono. Con le competenze istituzionali sul Trasimeno, trasferite dalla Regione all’Unione dei Comuni del Trasimeno, la situazione si è ulteriormente incagliata.
Daniz Lodovichi
Pierino Bernardini