Poco caviale e foie gras: a Natale più piatti italiani, e il mondo è goloso di made in Italy

243

Meno prelibatezze estere e più piatti della grande tradizione nostrana: è questo il trend che si sta affermando nel panorama culinario italiano, dove il caviale e il salmone della Russia, insieme al foie gras, perdono terreno a favore dei piatti tipici locali. L’influenza aviaria ha ridotto la presenza del foie gras sulle tavole italiane, mentre il caviale russo perde terreno a causa del conflitto. Allo stesso tempo, la grande tradizione culinaria italiana torna a farsi spazio con piatti come cappelletti, arrosti, insalata russa, fritture varie, pollo e coniglio farciti, e, naturalmente, i dolci della ricorrenza, che possono essere lievitati o mandorlati.

In un contesto di incertezze economiche, gli italiani cercano di risparmiare senza rinunciare alla celebrazione del Natale. Secondo una stima di Confcooperative, gli italiani hanno speso 2,9 miliardi di euro per il cenone di Natale, con un aumento di 400 milioni rispetto all’anno scorso e 200 milioni in più rispetto al periodo pre-Covid. La confederazione delle cooperative italiane fornisce dettagli sul carrello della spesa natalizia, mettendo in evidenza una preferenza per la tradizione. Vongole e frutti di mare, pesce, carne, salumi, uova, vini, spumanti, prosecchi, frutta, verdura, ortaggi, pasta, pane, farina, olio e formaggi freschi e stagionati italiani sono le voci principali.

Intanto il settore dolciario italiano si distingue nelle esportazioni, con un aumento del 9,7% nell’ultimo anno, raggiungendo quota 980 milioni di euro. La Francia si posiziona al primo posto tra i Paesi golosi di prodotti natalizi italiani, seguita da Germania e Regno Unito. In particolare, le esportazioni di dolci italiani in Francia hanno totalizzato 194 milioni di euro, rappresentando il 19,8% del totale delle esportazioni. In Germania, il nostro export di prodotti dolciari è di 165 milioni di euro, pari al 16,9% del totale esportato, mentre nel Regno Unito raggiunge 81 milioni, corrispondenti all’8,3% del totale. Gli Stati Uniti si collocano al quinto posto tra i clienti italiani, con un acquisto di 40 milioni di euro di prodotti dolciari.