Un omaggio a Valerio Bittarello e indirettamente a Città della Pieve, oggetto dei suoi studi, delle sue passioni e del suo amore.
Questo vuole essere il libro “Un operaio culturale a Città della Pieve”, presentato nei giorni scorsi in una gremita Sala Grande di Palazzo della Corgna, a poco più di un anno dalla sua scomparsa ed il giorno successivo all’anniversario della sua nascita.
Un omaggio corale a Valerio da parte della sua città natale e mantenendo una promessa fatta circa un anno fa in occasione dei festeggiamenti di San Pietro.
La pubblicazione è il risultato del lavoro compiuto a più mani, dal Laboratorio sul Filo della Memoria organizzato dalla Libera Università, di cui Bittarello è stato per venti anni animatore e direttore dei corsi.
Un volume in cui a parlare, come spiegato sabato scorso dal curatore Gianni Fanfano, è lo stesso Valerio, attraverso i suoi scritti, selezionati all’interno del suo ampio e diffuso lavoro di ricerca ed approfondimento. Non un’opera omnia, bensì una finestra aperta sul suo vasto operato, per evitare che alcuni aspetti di questa poliedrica figura finissero nell’oblio. La presentazione di sabato scorso, in cui sono intervenuti oltre a Fanfano, la Presidente della Libera Università di Città della Pieve, Lucia Paoletti ed il restauratore e storico dell’arte Bruno Zanardi, è stata l’occasione per ricordare i principali meriti che la comunità pievese riconosce all’indimenticato “operatore culturale”.
A partire dal completamento delle ricerche sulla storia di Città della Pieve. “A lui si deve – ha affermato Fanfano – il riconoscimento di ruolo di città d’arte. Valerio è stato inoltre il primo a parlare di sistema e rete territoriale”.
Ma a Bittarello vanno attribuiti altri importanti meriti, come gli studi sul Palio che deve a lui l’attuale forma, e l’impegno speso all’interno della Libera Università di cui è stato per lunghi anni docente e direttore dei corsi. Insomma una vita spesa in un incessante lavoro di ricerca storico artistica che fa di lui “la figura più importante per la vita culturale pievese nel Novecento”.
Il libro è stato realizzato con il contributo del Comune di Città della Pieve e del Gal Trasimeno Orvietano.