È nuovamente stato di agitazione per le lavoratrici e i lavoratori di Eurospin Tirrenica Spa in tutta la provincia di Perugia. Le organizzazioni sindacali, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil lo hanno comunicato martedì 11 giugno all’azienda con una missiva nella quale spiegano le ragioni di questa scelta. “Nonostante le reiterate sollecitazioni da parte delle nostre organizzazioni circa le problematiche riscontrate presso i vostri punti vendita, l’azienda ha scelto di ignorare deliberatamente le richieste provenienti dalle assemblee unitarie delle lavoratrici e dei lavoratori – scrivono nella lettera le tre sigle – Questo comportamento ha minato gravemente il clima di fiducia necessario per una collaborazione efficace e per un qualsivoglia percorso di condivisione”.
In particolare i sindacati denunciano una situazione di forte stress del personale dipendente, determinata dalla mancanza di dialogo con i lavoratori e da un “ricorso frenetico” a contestazioni e provvedimenti disciplinari. A questo si aggiungono trasferte e trasferimenti fatti “senza tenere minimamente in considerazione la lontananza tra un punto vendita e l’altro” e frequenti episodi di mancato “stacco” delle 11 ore previste tra un turno e l’altro. “Tutto questo – rimarcano i sindacati – ha evidentemente pesanti ripercussioni sulla conciliazione tra vita e lavoro delle dipendenti e dei dipendenti”.
Permangono poi importanti criticità in tema di salute e sicurezza: “Ad esempio – denunciano ancora Filcams, Fisascat e Uiltucs – i bancali del magazzino non rispettano le altezze previste nel DVR (documento valutazione rischi) e sono assemblati male, con la merce più leggera in basso e quella più pesante in alto. Infine, resta irrisolta anche la questione della pulizia di bagni e piazzali, che, in maniera illegittima, continua ad essere richiesta alle lavoratrici e ai lavoratori dei punti vendita.
Insomma, secondo le organizzazioni dei lavoratori, che hanno svolto una tornata di assemblee nei vari punti vendita, la situazione generale non è più tollerabile. Da qui la decisione di proclamare lo stato di agitazione, che comporta il blocco degli straordinari, dei supplementari e del lavoro domenicale (oltre il limite normativo delle 25 domeniche annuali).
“Invitiamo l’azienda a rivedere radicalmente la sua posizione e ad avviare un vero dialogo costruttivo con le rappresentanze sindacali, con l’impegno a instaurare relazioni autentiche, basate sul rispetto e sulla collaborazione”, concludono Filcams, Fisascat e Uiltucs.