La Voce dei Cittadini denuncia la disparita dei costi dell’acqua tra Umbria e Toscana

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L’Associazione La Voce dei Cittadini era presente al convegno organizzato a Pozzuolo nella mattinata di sabato 7 settembre. Un evento che ha visto la partecipazione delle istituzioni a vari livelli e degli imprenditori agricoli locali. Si è discusso della competitività delle aziende locali, legata anche ai problemi climatici, con periodi sempre più lunghi di siccità, alternati a forti precipitazioni che mettono in crisi il sistema idrogeologico e le stesse produzioni.

È stato detto che la rete di distribuzione dell’acqua per usi agricoli, proveniente dal Montedoglio, viene scarsamente utilizzata, senza interrogarsi sul perché. Tante domande e poche risposte. “La Voce dei Cittadini” intende comunque dare un contributo, poiché non è stato possibile intervenire a causa di interventi già programmati, come si è visto durante il convegno.

Per quanto riguarda la problematica della siccità e delle prolungate alte temperature, nel settore agricolo gli oneri gestionali e i consumi energetici aumentano mediamente del 30%, mentre le produzioni diminuiscono. Da anni, gli agricoltori umbri sono costretti ad acquistare l’acqua del Montedoglio a un costo maggiore (0,23 euro per metro cubo), rispetto a quello pagato dagli agricoltori toscani (0,15 euro per metro cubo). Se le tariffe in Umbria non vengono armonizzate, si rischia un deficit di competitività anche rispetto ai nostri vicini.

La questione è interna alla Regione, poiché il prezziario del grossista EAUT (Ente Acque Umbre-Toscane) è unico per entrambe le regioni. Tuttavia, la tariffa applicata agli agricoltori umbri viene stabilita dall’AFOR (Agenzia Forestale Regionale).

Un altro aspetto che vogliamo trattare è la questione idrogeologica, che incide non solo sulle colture, ma anche sulle infrastrutture. È noto che la manutenzione dei corsi d’acqua non viene eseguita da anni. L’acqua, oltre a non raggiungere il lago, potrebbe causare inondazioni, danneggiando non solo le colture. Perché non pensare a un ente simile al Consorzio di Bonifica Valdichiana, sostenuto da enti pubblici, società e proprietari di terreni e immobili ricadenti nel perimetro di contribuenza, che traggono beneficio dall’attività di bonifica?

Il contributo richiesto in questo contesto sarebbe interamente deducibile ai fini fiscali e rappresenterebbe una cifra contenuta, solo anticipata e recuperata fiscalmente. Questo permetterebbe di avere una somma annuale certa per programmare gli interventi di manutenzione dei corsi d’acqua pubblici, che oggi non vengono realizzati per mancanza di risorse.

Daniz Lodovichi
Pierino Bernardini