Si sono confrontate per una giornata intera, hanno fornito idee e suggerimenti, hanno preso l’impegno di incontrarsi di nuovo a breve e soprattutto si sono messe a disposizione, ognuna per i propri ambiti, per offrire un contributo fattivo al fine di risolvere tutte le criticità connesse ad una grave crisi idrica, che rischia di uccidere il lago Trasimeno e con esso tutte le attività che vi insistono. Le parti sociali, economiche e istituzionali, chiamate a convegno dal GAL Trasimeno-Orvietano e dai pescatori che hanno voluto fare fronte compatto a prescindere se autonomi o appartenenti a cooperative e associazioni, non solo hanno risposto presente in massa sabato scorso al nuovissimo “Trasimeno Glamping Resort” di Sant’Arcangelo di Magione, ma hanno saputo fornire tutti gli elementi utili per sottoscrivere quanto prima un documento unitario da presentare alle massime istituzioni politiche e a quelle regionali con una sorta di promemoria in tema di criticità e interventi che comprendano tutti gli ambiti delle ricadute della crisi.
Se da una parte sono stati accolti con gratitudine e speranza i contenuti del vertice a Roma tra il ministro per la protezione civile e per le politiche del mare Nello Musumeci e la presidente della Regione Donatella Tesei, prodromico al percorso che dovrà portare alle migliori soluzioni possibili dell’emergenza “e che – ha detto la Governatrice – verrà replicato nelle prossime ore con un nuovo appuntamento”, dall’altra hanno tenuto banco le testimonianze di chi ora dopo ora, giorno dopo giorno ha il polso della situazione che è andata sempre più peggiorando. Pescatori, operatori turistici, ristoratori, commercianti, agricoltori, artigiani, titolari e dipendenti delle tantissime aziende sul territorio, rappresentanti di associazioni e semplici cittadini si sono ritrovati a fornire valutazioni e proposte con un unico refrain sullo sfondo: “Bisogna fare in fretta!”.
A centrare subito il focus, oltre che a fare gli onori di casa, è stato Loek Van De Loo, fondatore del Gruppo “Vacanze col Cuore” e proprietario del Trasimeno Glamping Resort, che ha rimarcato come “si dovrebbe valorizzare il turismo di nicchia che è sempre più in aumento in quanto alla ricerca della natura, della storia e dell’enogastronomia proprie del Trasimeno, ma tutti gli sforzi svaniscono di fronte alle recensioni dei visitatori che evidenziano per esempio la poca acqua nel lago, i pesci morti, il cattivo odore e così via con pesanti ripercussioni per tutte le strutture ricettive. Noi possiamo fare tantissimo in termini di accoglienza e sistemazione della terra ferma, ma per il lago è essenziale che le istituzioni mettano mano alla questione passando dalle teorie al concreto”.
Richiesta arrivata anche da Francesca Caproni, direttore del GAL Trasimeno-Orvietano: “Sono orgogliosa – ha detto – di aver organizzato insieme ai pescatori questo incontro che vuole solo essere una prima azione di supporto a chi deve decidere, ovviamente da ripetere. Le problematiche da affrontare in modo nuovo nel percorso strutturale per la salvaguardia del lago prevedono in primis un duplice canale: l’emergenza idrogeologica e la salvaguardia della parte economica. Poi si dovranno affrontare tutte le altre problematiche, non certo di minore importanza”.
Tra le tante voci intervenute, merita particolare attenzione chi il lago lo vive dal di dentro, sia come stile di vita che come fonte di lavoro: Guido Materazzi, pescatore in rappresentanza di tutti i colleghi a fronte unito, ha sottolineato come “intendiamo lavorare con le finalità di avere un lago sano e preservato nel suo rispetto. Il Trasimeno deve essere produttivo per il mondo della pesca e per attrarre giovani verso questo lavoro. Adesso è il momento di riorganizzarci e trovare delle soluzioni prima che sia troppo tardi”.
Il dibattito si è poi snodato con gli interventi dei vari partecipanti sui temi del “Problema idrico: ripercussioni economiche su agricoltura, turismo, commercio e artigianato” e della “Politica e Istituzioni. Dalla denuncia dei problemi alla costruzione delle soluzioni”. Tutti hanno concordato sulla necessità di trovare soluzioni immediate. Una per tutte: la richiesta di inserimento del maggiore lago umbro, il quarto italiano, nelle competenze del Commissario nazionale per la siccità, Nicola Dell’Acqua, dal momento che ormai l’emergenza lacustre è diventata di portata nazionale e quindi potrebbero essere più facilmente individuate possibilità sia di reperire fondi sia di superare le barriere burocratiche per consentire interventi più rapidi. Per questo ed altri obiettivi da suggerire e centrare è pertanto già allo studio l’organizzazione di un secondo incontro che dovrà “suonare” come una sorta di “stati generali” per la salvezza del Trasimeno.