La Cooperativa Pescatori del Trasimeno, fondata nel 1928, affronta una crisi senza precedenti. Nei giorni scorsi i vertici hanno annunciato ai sindacati l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per i dipendenti, i quali non ricevono lo stipendio da agosto. Nei prossimi giorni sono attese le lettere di licenziamento, mentre due rivendite del pescato, il laboratorio e il conferimento del pesce a San Feliciano sono già stati chiusi. Rimane in attività solo la Locanda dei Pescatori.
Il presidente Aurelio Cocchini, insieme a Confcooperative, ha presentato ai sindacati un piano che prevede la nascita di due nuove cooperative. Una dovrebbe gestire la Locanda e l’altra l’attività ittica, spostando il conferimento del pescato a Sant’Arcangelo, decisione che tuttavia ha scosso la comunità di San Feliciano, storicamente legata alla pesca.
Le nuove realtà potrebbero riassorbire i pescatori soci-lavoratori e il personale della Locanda, ma non ci sarebbe posto per sei dipendenti, in maggioranza donne, che operavano nei punti vendita e nel laboratorio.
Giovedì scorso, Cisl e Uil hanno convocato un’assemblea dei lavoratori, svolta in un clima teso. Secondo molti, le difficoltà della cooperativa sarebbero aggravate dagli elevati costi di gestione della Locanda, ma anche dalle condizioni critiche del lago che negli ultimi anni hanno costretto alla riduzione del numero dei pescatori.