Gino Galeotti (1867-1921), medico, patologo e ricercatore di grande rilievo, è stato al centro di una conferenza a Palazzo Moretti di Pozzuolo Umbro, organizzata dall’Associazione Culturale Franco Rasetti. Il ciclo di conferenze, dedicato alla riscoperta delle personalità illustri del territorio umbro-toscano, ha offerto un’opportunità unica per approfondire la vita e le scoperte di Galeotti, figura fondamentale nella storia della medicina e della ricerca scientifica, nonché zio di Franco Rasetti.
La presentazione di Galeotti è stata curata dal Presidente dell’Associazione, Claudio Monellini, autore del libro “Gino Galeotti, un medico dalla grande umanità”. Il libro, pubblicato da Litostampa nel 2019, ripercorre la carriera di Galeotti, che ha lasciato un’impronta indelebile sia in Italia che all’estero, grazie al suo impegno nella lotta contro la peste e alle sue ricerche innovative.
Gino Galeotti, originario di Gubbio, si laureò in medicina all’Università degli Studi di Firenze nel 1890, sotto la guida del noto anatomista e patologo Alessandro Lustig Piacezzi. La sua carriera prese una piega decisiva quando, insieme al suo maestro, si recò in India per studiare la peste bubbonica che affliggeva la regione di Bombay. Galeotti contribuì significativamente alla realizzazione di sieri e vaccini contro la malattia, acquisendo una competenza che lo portò a essere invitato nel 1911 alla conferenza mondiale sulla lotta contro la peste a Mukden, in Manciukuò, un incontro indetto dal governo cinese in risposta a un’epidemia devastante.
Durante quella conferenza, l’ultimo imperatore cinese, Hsuan Tung, gli conferì una medaglia in riconoscimento del suo impegno e delle sue ricerche scientifiche. Questa medaglia, uno dei cimeli più significativi della vita di Galeotti, è oggi custodita nell’archivio storico dell’Associazione Culturale Franco Rasetti.
Oltre al suo impegno internazionale nella lotta contro le epidemie, Galeotti fu un docente apprezzato. In giovanissima età, divenne professore di patologia generale, prima all’Università di Cagliari, poi a Siena e infine a Napoli. Nel 1915, a seguito dell’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, si arruolò come Tenente Colonnello Medico della Croce Rossa Italiana, svolgendo un ruolo cruciale nella creazione di laboratori per la profilassi delle malattie infettive tra i soldati. Un altro capitolo significativo della sua carriera fu legato allo sviluppo dell’Ergoestesiografo, uno strumento che ideò per misurare la capacità di resistenza dei piloti durante la guerra.
Il legame tra Gino Galeotti e il nipote Franco Rasetti, scienziato di fama mondiale e membro del gruppo dei “Ragazzi di Via Panisperna”, è stato al centro di numerosi ricordi e testimonianze. La sua vita e le sue ricerche hanno influenzato non solo la scienza, ma anche la storia familiare, attraverso le parole di Franco Rasetti, che ha sempre considerato Galeotti un modello di dedizione e passione per la scienza.
Il riconoscimento di Castiglione del Lago, che nel 1931 intitolò l’asilo di Pozzuolo Umbro a Galeotti, segna un tributo che ancora oggi testimonia l’importanza del suo operato. La conferenza di sabato 1 febbraio 2025 ha permesso a molti di riscoprire una figura che, attraverso il suo impegno nel campo della medicina, della ricerca scientifica e della solidarietà internazionale, ha lasciato una traccia indelebile nel panorama scientifico del Novecento.