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mercoledì 12 Marzo 2025
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Crisi Coop Centro Italia, Vecchi: “La fusione e’ un salvataggio sulle spalle dei lavoratori”

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“Il 20 febbraio scorso si è tenuto un consiglio comunale aperto, richiesto da due liste civiche—Castiglione Open e Castiglione Civica e le sue frazioni—che sono all’opposizione a Castiglione del Lago. Lo stesso giorno si è svolto lo sciopero indetto dai lavoratori dello stabilimento di Castiglione del Lago, promosso dalle RSU e dalle sigle sindacali presenti. Sono stati invitati la Regione Umbria, che ha partecipato con alcuni consiglieri di maggioranza e minoranza, e la dirigenza di Coop Centro Italia, la quale, tuttavia, non ha inviato alcun amministratore. A quasi due mesi dall’annuncio della fusione, il piano industriale non è ancora stato reso noto. Non conoscendo quindi il futuro dei lavoratori, il consiglio comunale ha condiviso un documento di sostegno nei loro confronti, sottoscritto da tutti i gruppi politici di maggioranza e opposizione. Peccato, però, che sia mancato un impegno concreto per chiedere alla presidente della Regione, Stefania Proietti, di aprire un tavolo di confronto con le due cooperative coinvolte, le organizzazioni sindacali e una rappresentanza dei comuni umbri più interessati dalla fusione. Questo strumento sarebbe utile per monitorare l’impatto della fusione sulle lavoratrici, sui lavoratori e sul tessuto economico regionale.”

“Coop Centro Italia e Unicoop Tirreno sono due delle sette cooperative di consumo più grandi d’Italia. Il 13 gennaio i consigli di amministrazione delle due cooperative hanno deliberato la fusione per incorporazione di Coop Centro Italia in Unicoop Tirreno. Dalla fusione nascerà Unicoop Etruria, una realtà con 800 mila soci e oltre 1,8 miliardi di valore della produzione, che avrà sede legale e amministrativa a Vignale Ligure, in provincia di Livorno. Questo comporterà lo spostamento della sede dall’Umbria, e in particolare da Castiglione del Lago, con tutte le conseguenze del caso per il territorio e per i più di 300 lavoratori coinvolti. Nel comunicato ufficiale si legge che: “Il piano industriale di Unicoop Etruria prevede interventi mirati per garantire che la nuova cooperativa possa soddisfare le esigenze dei soci e dei consumatori in modo più efficace.” Tuttavia, analizzando i bilanci delle due cooperative, appare chiaro come la fusione sia in realtà un’operazione di “salvataggio” di Coop Centro Italia, che porterà inevitabilmente a tagli a discapito di lavoratori e consumatori umbri. Una situazione determinata da una gestione ventennale che ha progressivamente impoverito e indebolito la cooperativa umbra.”

“Il bilancio consolidato di Coop Centro Italia relativo al 2023 evidenzia ricavi netti per 820 milioni di euro e una perdita di quasi 24 milioni. Questa perdita si aggiunge a quelle registrate negli ultimi 15 anni, riducendo significativamente il patrimonio netto della cooperativa. Per far fronte alla crisi, gli amministratori hanno venduto gran parte degli immobili di proprietà della cooperativa, tra cui il centro commerciale di Collestrada a Perugia, dove sono situati diversi punti vendita Coop. Le responsabilità della crisi di Coop Centro Italia non ricadono certo sui lavoratori, che hanno sempre operato con professionalità e dedizione, bensì su chi ha gestito la cooperativa compiendo scelte penalizzanti per i risultati economici e patrimoniali dell’azienda. In primo luogo, nei primi anni Duemila, Coop Centro Italia—insieme a Unicoop Firenze—era un azionista di riferimento di Banca Popolare di Spoleto e Monte dei Paschi di Siena, con l’obiettivo di garantire il controllo della banca alla Fondazione MPS e, indirettamente, al PDS poi PD. Queste partecipazioni, con la crisi dei due istituti, hanno perso completamente valore, generando perdite per centinaia di milioni di euro. Unicoop Firenze, essendo una realtà più grande e solida, ha assorbito meglio l’impatto, mentre Coop Centro Italia ne è uscita fortemente indebolita.”

“In secondo luogo, l’acquisizione della catena di supermercati Superconti nel 2015 si è rivelata un’operazione poco lungimirante. Già all’epoca diversi osservatori avevano evidenziato le criticità di questa acquisizione, particolarmente onerosa per Coop Centro Italia e caratterizzata da una sovrapposizione della rete vendita. In terzo luogo, la vendita nel 2019 di 29 negozi toscani della cooperativa a Unicoop Firenze ha rappresentato un’altra scelta discutibile. Quei punti vendita erano tra i più nuovi e redditizi della rete Coop Centro Italia. Dopo appena cinque anni dall’acquisizione di Superconti, Coop Centro Italia ha ceduto i negozi toscani, lasciando aperti interrogativi sulle strategie aziendali adottate. Chi ha realmente beneficiato di queste operazioni? Di certo non i lavoratori e i consumatori umbri. Infine, progetti faraonici mai realizzati, ma molto onerosi, come la riconversione dell’ex zuccherificio di Foligno in un grande complesso immobiliare firmato dall’archistar Gae Aulenti, hanno contribuito all’erosione del patrimonio della cooperativa.”

“Per questi motivi, è plausibile che la fusione per incorporazione tra Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia non abbia come obiettivo principale lo sviluppo, bensì le razionalizzazioni e i tagli. Tuttavia, questi ultimi non colpiranno i dirigenti e gli amministratori responsabili della crisi, ma piuttosto i lavoratori e i consumatori. Questa ipotesi sembra trovare conferma nelle indiscrezioni di stampa secondo cui Unicoop Tirreno, nei prossimi mesi, potrebbe cedere una parte dei propri negozi a Unicoop Firenze, impoverendo ulteriormente la nuova cooperativa. A rafforzare questa convinzione c’è anche la nomina, nel luglio 2024, di Gianni Tarozzi come Direttore Generale di Unicoop Tirreno. Tarozzi è un affermato commercialista romano, un profilo più adatto a gestire un piano di tagli ed esuberi piuttosto che uno di sviluppo e nuovi investimenti. L’intera operazione è stata finora gestita in maniera opaca e poco trasparente dai dirigenti delle due cooperative, che si sono limitati a fornire generiche rassicurazioni, evitando un dibattito pubblico aperto e informato.”

“Sarebbe interessante conoscere il punto di vista di Catiuscia Marini, ex presidente della Regione Umbria e storicamente vicina ai vertici di Coop Centro Italia, oggi importante dirigente nazionale di Legacoop. Nel frattempo, la fusione tra Coop Centro Italia e Unicoop Tirreno ha colto impreparati sia il PD umbro sia la maggioranza della nuova giunta regionale. Il neoassessore allo Sviluppo Economico, De Rebotti, rispondendo a un’interrogazione in Consiglio Regionale, ha dichiarato che si tratta di un’operazione di sviluppo che genererà sinergie virtuose e che i sindacati erano stati informati. Tuttavia, meno di una settimana dopo, i sindacati—tenuti in realtà all’oscuro di tutto—hanno proclamato uno sciopero dei lavoratori di Castiglione del Lago, molto partecipato, con un presidio fuori dalla sede di Coop Centro Italia. Alla manifestazione erano presenti tutti i sindaci del Lago Trasimeno, in larga parte di centrosinistra, e il capogruppo regionale del PD. Resta da capire quale sia la posizione della presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, e se intenda o meno intervenire sulla questione.”
Filippo Vecchi – Capogruppo di Castiglione open

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