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lunedì 10 Marzo 2025
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Nonna Stelvia compie cento anni: a Paciano e’ festa

Classe 1925 e nata prematura, ha festeggiato il traguardo con invidiabile vitalità, circondata dalla famiglia e dalla comunità

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Era l’otto marzo del 1925, quando in un casolare nella campagna di Macereto (Piegaro) nasceva prematuramente, a sette mesi, una piccola bambina. I suoi genitori (Dante Liscaio e Margherita) raccontavano che era “grande come una spiga di granturco”. A cento anni di distanza, Stelvia si è potuta godere il ragguardevole traguardo del compleanno a tre cifre, circondata dall’affetto della sua famiglia e dell’intera comunità di Paciano.

Alla nascita, come riferiscono i familiari, “c’era tanta neve e nessuna assistenza sanitaria. Una scatola delle scarpe sopra un mattone posto sul focolare come incubatrice. I genitori non avevano pensato al nome: la piccolina ogni tanto cambiava colore, più volte dava l’impressione che non ce la facesse. Il parroco disse al padre Dante “tanto muore, mettile a nome Ostalvia, come una mia povera zia”.

E così fu, ma solo per il nome, Ostalvia Liscaio, perché nessuno avrebbe scommesso un soldo che cento anni dopo quella piccola bambina avrebbe festeggiato il compleanno con la vitalità e la schiettezza che l’ha sempre contraddistinta.
“Una vita dura – prosegue ancora il racconto del nipote, Riccardo Bardelli – da contadina, vissuta a Paciano. Moglie di Marino, due figli (Franco e Mirella), tre nipoti e tre pronipoti. Uno dei suoi motti è “se le braccia avessero la stessa paura degli occhi non si farebbe niente!”.

La festa per i suoi invidiabili cento anni si è svolta nel fine settimana scorso, presso il Centro Vita San Sebastiano di Paciano, e ha visto la partecipazione di tante persone: i familiari, il sindaco Luca Dini, i parroci, il coro “I Ricordi”, parenti, amici e compaesani.
A lei le pergamene dell’Amministrazione comunale e quella con la benedizione del Papa e una targa ricorda da parte del CSA.

“L’Amministrazione comunale festeggia Stelvia per questo suo importantissimo traguardo – ha sostenuto il sindaco -: un obiettivo che diventa per tutti un simbolo di speranza, fede e fiducia. Un esempio di come la cura di noi stessi e quella di chi ci sta attorno, sia in termini morali che fisici, può portare a grandi risultati. Intorno a lei, come abbiamo potuto vedere in questi giorni, c’è tutta una comunità e questo ci conforta e ci riempie di gioia”.

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