Nel corso del 2022, l’economia dell’Umbria ha mostrato segni di ripresa, tornando ai livelli pre-pandemia. Tuttavia, a partire dalla metà dell’anno, la crescita ha iniziato a perdere vigore a causa dei forti rincari di energia e materie prime che hanno generato un rapido aumento dell’inflazione. Quest’ultima ha raggiunto livelli elevati e superiori alla media nazionale, […]
Nei primi nove mesi del 2021 anche l'attività economica umbra ha registrato un forte recupero dopo il calo del Pil che nel 2020 si era ridotto del 9%, in linea con quello italiano. Sviluppi però che inducono ad un "cauto ottimismo" sulla velocità di uscita dalla crisi e di recupero dei livelli prepandemici. Questo il quadro presentato da Miriam Sartini, capo della filiale di Perugia della Banca d'Italia, durante la presentazione dei principali contenuti dell'aggiornamento congiunturale sull'economia dell'Umbria. Un recupero, ha sottolineato Sartini, "favorito dall'accelerazione della campagna vaccinale e dal graduale allentamento delle restrizioni".
In base all'indicatore trimestrale dell'economia regionale elaborato dalla Banca d'Italia, nel primo semestre il Pil sarebbe sensibilmente cresciuto sebbene con una intensità lievemente inferiore alla media nazionale. "Con le attuali valutazioni si stima in Italia nel 2021 una crescita del Pil del 6%
Una "caduta senza precedenti dell'economia regionale" e una "contrazione molto marcata" in connessione con gli effetti dell'epidemia di Covid. È quanto evidenzia il nuovo aggiornamento congiunturale sull'economia dell'Umbria presentato dalla Banca d'Italia riferito al 2020.
Fra i dati più significativi quello del PIL regionale per il quale le stime più recenti formulate dalla SVIMEZ - Associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno – indicano nel 2020 un calo di circa l'11% rispetto al 2019, più marcato rispetto a quello previsto per l'Italia (-9,5%). Dal rapporto emerge che le condizioni reddituali delle imprese sono peggiorate per riduzione ricavi, con un conseguente freno agli investimenti, mentre le famiglie hanno ridotto i consumi.
Gli effetti della crisi pandemica sono più severi per le aziende dei servizi di alloggio, ristorazione e commercio al dettaglio non alimentare. I flussi turistici nei primi otto mesi dell'anno si sono dimezzati