L’annuncio del premier Draghi della riapertura di ristoranti e bar dal prossimo 26 aprile, seppure all’aperto e dove i dati lo consentiranno, è stata accolta con favore dagli imprenditori umbri di Fipe Confcommercio, protagonisti di una manifestazione di protesta a Perugia anche lo scorso 13 aprile proprio per chiedere, tra le altre cose, una data certa per ripartire e per riappropriarsi del proprio futuro.
“Dovremo aspettare di vedere nel dettaglio il provvedimento del governo – commenta il presidente di Fipe Umbria Confcommercio Romano Cardinali – ma l’annuncio di Draghi ci sembra un importante passo in avanti. Abbiamo la sensazione di aver imboccato un tunnel; la speranza è che sia breve e che presto potremo vedere la luce.
Questo provvedimento – aggiunge Cardinali - ci era stato preannunciato tre giorni fa dal ministro Giorgetti nell’incontro a margine dell’Assemblea nazionale Fipe con una nostra delegazione, che aveva prop
L’Umbria della ristorazione è scesa in piazza per chiedere alla politica, a tutti i livelli, tutta l’attenzione che il settore dei pubblici esercizi merita e di cui ha bisogno. Imprenditori del settore ristorazione e bar ha infatti animato un presidio in piazza Italia, a Perugia, per ricordare alla Regione Umbria e alle istituzioni locali la necessità di un impegno concreto e non più dilazionabile.
Una piccola delegazione di imprenditori è stata ricevuta a Palazzo Cesaroni. Gli imprenditori hanno così potuto esporre le loro richieste in presenza di Vincenzo Bianconi, Tommaso Bori, Thomas De Luca, Paola Fioroni, Andrea Fora, Valerio Mancini, Eleonora Pace, Stefano Pastorelli, Marco Squarta. Tutti i consiglieri hanno dichiarato disponibilità nei confronti delle richieste delle imprese Fipe Umbria e hanno impegnato la Regione a lavorare concretamente su questo fronte.
A rischio, è stato ribadito dagli imprenditori Fipe, ci sono almeno 1.50
La parola d’ordine è una sola: “Vogliamo ripartire”. Con questo obiettivo, Fipe Umbria, la maggiore organizzazione di rappresentanza degli oltre 5 mila bar e...
“Per ora l’unica cosa certa sono le chiusure. Il passaggio dell’Umbria in “zona” arancione rende perciò ancora più urgente la questione dei ristori, che devono arrivare alle imprese dei pubblici esercizi, bar e ristoranti, in tempi rapidissimi e secondo modalità semplificate”, dice Romano Cardinali, presidente di Fipe Umbria Confcommercio.
“Intervenendo in audizione davanti alle Commissioni riunite Finanza e Bilancio del Senato – aggiunge il presidente Cardinali – Fipe ha chiesto diversi correttivi al decreto Ristori: di alzare il coefficiente di moltiplicazione per il calcolo dei contributi destinati alle imprese della ristorazione e di intrattenimento, a cominciare da quelle che operano nelle zone rosse e arancioni come l’Umbria, ulteriori settimane di Cassa Integrazione e liquidità a lungo termine.
Ci sono poi due aspetti essenziali sui quali intervenire il più presto possibile: il credito, per il quale serve subito un p