Poche speranze per l’economia umbra nello scenario 2023 dipinto dalla CNA regionale. Dopo lo sprint del 2022, quando il Pil regionale è cresciuto del 3,9% recuperando i livelli pre-pandemia – scrive l’associazione di categoria - quest’anno le previsioni ipotizzano tutti gli indici in calo e una crescita economica di poco superiore allo zero. Sono questi alcuni degli elementi che emergono dalla nuova indagine commissionata da CNA Umbria al centro studi Sintesi.
A ogni modo anche il 2022 è stato caratterizzato da alti e bassi.
Da una parte oltre al Pil sono cresciuti investimenti, export e turismo ma dall’altro i costi energetici hanno subito rincari vertiginosi mentre l’occupazione è risultata stagnante. Nonostante l’aumento di posti di lavoro registrato in alcuni settori, infatti, il numero totale di occupati è risultato ancora inferiore ai livelli del 2019, con circa 6mila posti di lavoro che mancano all’appello.
Per il 2023
Nei primi nove mesi del 2021 anche l'attività economica umbra ha registrato un forte recupero dopo il calo del Pil che nel 2020 si era ridotto del 9%, in linea con quello italiano. Sviluppi però che inducono ad un "cauto ottimismo" sulla velocità di uscita dalla crisi e di recupero dei livelli prepandemici. Questo il quadro presentato da Miriam Sartini, capo della filiale di Perugia della Banca d'Italia, durante la presentazione dei principali contenuti dell'aggiornamento congiunturale sull'economia dell'Umbria. Un recupero, ha sottolineato Sartini, "favorito dall'accelerazione della campagna vaccinale e dal graduale allentamento delle restrizioni".
In base all'indicatore trimestrale dell'economia regionale elaborato dalla Banca d'Italia, nel primo semestre il Pil sarebbe sensibilmente cresciuto sebbene con una intensità lievemente inferiore alla media nazionale. "Con le attuali valutazioni si stima in Italia nel 2021 una crescita del Pil del 6%